Di quei caschi chini sulla neve in questi giorni ci si stanno riempiendo gli occhi, mentre il cuore anche a distanza li incoraggia, gioendo per ogni vita salvata, piangendo per ogni cattiva notizia.
Valentina Chittano
Uno di quegli appuntamenti che arrivano silenziosi, ma ai quali non si vuole rinunciare. Ognuno con la propria motivazione, ognuno con una devozione più o meno profonda. La festa di San Sebastiano è arrivata puntuale anche questo 20 gennaio e tutte le autorità civili e militari di Galatina,
Dicono che il termine in grado di racchiudere il 2016 sia "post-truth", post-verità. Questo neologismo indica le notizie false che, spacciate per autentiche, sono in grado di influenzare l'opinione pubblica trasformandosi in qualcosa di reale.
"Non ho più bisogno che tu esista. Ti posso perdere, perché ti posso avere meglio, se mi manchi. La morte fa parte della vita, ne moltiplica la ricchezza". Orfeo si è voltato e parla così alla sua Euridice, sapendo che non tornerà più sulla terra insieme a lui.
Avevo avuto il dubbio che ieri fossi stato tu a mettermi sotto gli occhi quell’articolo. Oggi ho piena consapevolezza di quello che al cuore mi è arrivato attraverso quelle parole: “è un esercizio che fa bene cercare in noi le tracce di chi non c’è più”.
C'era una volta un gigante buono, sempre sull'attenti, ma con gli occhi mai fissi nel vuoto. Cercavano quelli dell'altra gente, della gente della sua città che gli correva accanto ogni giorno, in macchina o a piedi, e che nel saluto veloce trovava in lui conforto e familiarità.
Lo sforzo di pensare ad altro è d'obbligo. La testa non può rimanere tra quelle lamiere. Ma l'anima non ha molte regole a cui appigliarsi. Tenta di non farsi schiacciare dal dolore. E prova a cantare, a dare alla giornata una colonna sonora, per ricordare la musica, non il lamento dell'addio.
Fermi tutti. È arrivato il commento chiarificatore di Salvini sull’elezione del 45simo Presidente degli Stati Uniti d’America: “La vittoria di Donald Trump è la rivincita del popolo, del coraggio, dell’orgoglio”.
Del coraggio certamente. Ce ne vuole una bella dose per scegliere di essere rappresentati da lui.
C'erano angoli in cui il rifugio era immersione in un mondo di fantasia. O semplicemente di svago ed emozione. Immersione in un…tuttomare dalla carta blu.
Quell'angolo che spunta tra via Gallipoli e Viale Santa Caterina Novella a Galatina oggi ha una saracinesca abbassata, un grazie sul vetro e più di qualche lacrima di nostalgia che accompagna il suo saluto.
Il centro storico di una città è più che mai custode di una memoria che unisce una “scienza dell’architettura” tramandata nel tempo in maniera pratica e una tradizione legata alla storia della città stessa. Cosa conserva il centro storico di Galatina? Cosa racconta?
Anche con il passo ormai lento la tua mente viaggiava veloce. E chi la fermava? Indietro per raccogliere i ricordi, tanti, ogni giorno, perché ogni giorno ne aveva uno da raccontare. E avanti per il futuro che immaginavi per noi, i tuoi ragazzi, oggi giovani adulti con una cicatrice profonda nel cuore che ci hai insegnato ad allenare con il sorriso.
Caro uomo che attraversi la mia vita, cara donna che incroci la mia strada,
quante volte mi hai guardato come se avessi qualcosa tra i denti? Te ne accorgi, stai davanti a me,
Strada Sannicola-Galatone. La mezzanotte è passata da più di quaranta minuti e il cielo è nero, di quel nero tipico dei giorni che si concludono nel silenzio dell'inspiegabile.
La forza di parlare, nonostante il buio dell'anima, è tutta nel desiderio di non lasciare che una tragedia come quella del terremoto dello scorso 24 agosto spenga presto anche le più flebili speranze di rinascita e rimanga solo una data sui libri di storia.
Come un dopo che non c’è, come un prima mai stato, come l’ora che fu, spezzata nel ticchettio, fermato a quel momento.
Tempo senza tempo da scandire, lancette sinistre, lame incrociate di spadaccini senza nobili scopi, senza donzelle da salvare, ma solo vuoti da creare.
Si gridi pure alla blasfemia, si chiudano pure gli occhi e ci si tappino le orecchie. Accostare la parola “sesso” alla parola “convento” può facilmente apparire un’eresia, ancora più plateale se il convento in questione è quello di Padre Pio.
Se vi si è strappato qualcosa dentro, se quel boato non ha raggiunto le vostre orecchie, ma in qualche modo dal momento dello schianto le mani hanno iniziato a tremare e vi si sono riempiti gli occhi di lacrime, smettete di cercare dovizia di particolari su questo o quel morto. Lasciate stare i commenti di chi arriva sul posto prima di tutti non per raccontare, ma per curiosare.
L'uomo di Dio. Oggi festeggiamo lui, l'uomo di Dio. Riservato, attento, per il quale niente è scontato, neanche la fede che per tutta la vita lo ha nutrito e rinvigorito nelle difficoltà e nelle gioie di un cammino sacerdotale intenso.
Acqua,
sete di una follia da sedare,
di un amore da placare,
di un santo da invocare.
Ecco. Ci risiamo. Un altro "sono" che diventa un "ero". Ero una donna, ero una madre, una figlia, una sognatrice, un'imperfetta come tutti, una desiderosa del bello e buono come la maggior parte.
E tu, uomo, non nasconderti adesso dietro la follia. Può essere nobile arte quando stimola la creatività, ma non può diventare alibi di distruzione. Non più.
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