Il mistero radioso di una Madre

Nuova illuminazione per la Chiesa nel cuore di Galatina
Chiesa Madre © foto di Giorgia Amante

Madre, lasciati guardare, anche da chi di solito non ti vede. Riempiti di luce e gioca con l’ombra, perché il mistero che racchiudi possa rimanere tale ed essere scoperto solo dagli animi che vogliono oltrepassare davvero la tua soglia.
Quest’anno sei senza i colori della festa a indicare la strada al pellegrino che idealmente veniva accompagnato a salutare i santi e a immergersi nella sacralità del tuo ventre di arte e spirito. Ma hai il tratto marcato di un chiarore nuovo e affascina il tuo irradiare quasi un’energia di speranza.
Madre, non ci inginocchiamo più al tuo cospetto come meriterebbe la tua umile regalità. La paura ci ha allenati all’assenteismo, all’isolamento del cuore, a una preghiera detta nei silenzi delle case. Eppure abbiamo bisogno di tornare tra i tuoi banchi, ora più che mai.
Hai notato come siamo cambiati? Qualcuno non ha tratto granché dall’inferno che abbiamo attraversato e che ancora non ha spento completamente le sue fiamme. Qualcuno ha amplificato la propria ansia per l’incertezza del futuro, ma c’è anche chi ha ribaltato le priorità a cui fino a questo momento aveva dato tutto.
Madre, vogliamo dare valore e peso alle piccole cose. Vogliamo accorgerci del bello dei dettagli, accorgerci che quella che ci passa accanto, nei volti e nella specialità delle persone, non è mai una vita banale. La possiamo e dobbiamo abbracciare seguendone le vicissitudini, le vittorie e le sconfitte, essendo presenti per e con gli altri.
Madre, in questi giorni in cui Galatina era solita fremere di gioia per il triduo di incontri, lustrini, tamburelli, dolci e devozione, immergerci nel tuo splendore è la consolazione di chi vuole bene alla città e alle sue tradizioni.
Sii clemente con i tuoi figli che ti passano davanti e non sempre fanno attenzione a te. Nel posto privilegiato in cui ti ergi è più facile pensare ad altro, a una piazza da riempire, ai pettegolezzi da scambiare.
Se puoi, insegna l’aver cura. E salvaci dalla superficialità.

 

© foto di Giorgia Amante

Sabato, 27 Giugno, 2020 - 06:25