Specchio, specchio delle mie brame...

Dicono che il termine in grado di racchiudere il 2016 sia "post-truth", post-verità. Questo neologismo indica le notizie false che, spacciate per autentiche, sono in grado di influenzare l'opinione pubblica trasformandosi in qualcosa di reale. Il ruolo dei social network in questo senso è a dir poco fondamentale: colpendo la sensibilità di chi legge, facendo leva su determinati sentimenti o fragilità, si può avere l'incredibile potere di distorcere i fatti.
Io credo che la parola che affiancherà questa nel 2017 possa essere "strumentalizzazione". Va di pari passo con la "post-verità", ma se possibile ha un modo ancora più subdolo di agire perché punta a travisare le cose a proprio vantaggio.
Il nuovo anno non ha fatto ancora in tempo a carburare e già di esempi simili se ne possono contare a centinaia, soprattutto tra i sedicenti politici o coloro che affermano che la politica del fare sia quella che conta. Un ossimoro bello e buono "dire" ciò che si "fa". Siano gli altri a elogiare, siano gli altri a parlare! Se ci diamo da soli una pacca sulla spalla quando crediamo di aver fatto qualcosa di buono e soprattutto lo gridiamo ai quattro venti sfruttando il Facebook di turno, siamo di diritto nella categoria peggiore dei populisti. Doppiamente riprovevoli se pensiamo che la gente che si imbatte nelle nostre dichiarazioni sia stupida o sempliciotta a tal punto da crederci i paladini di una giustizia che non esiste.
Ognuno dovrebbe fare il suo, nel senso che farebbe bene a non improvvisarsi quello che non è solo per guadagnarsi una fittizia medaglia sul petto. La responsabilità che ognuno di noi ha è quella del rispetto delle persone, del loro essere e del loro lavoro. Non possiamo fare i medici se non lo siamo, non possiamo fare i professori se non lo siamo, non possiamo amministrare la cosa pubblica se non sappiamo cosa significhi.
Siamo tutti stanchi del cabaret che va in scena ogni giorno sui social. E criticare le foto della gente che si meraviglia della neve, che vuole il ricordo di qualcosa di raro, che vuole per un attimo provare a guardarsi intorno con occhi di stupore, è una bassezza che in molti stanno usando per ergersi a grandi intellettuali, forse mai stati bambini, e alimentare il proprio ego. A che pro? Specchio, specchio delle mie brame….
La campagna elettorale già partita nel modo a mio avviso più inefficace, cioè con il nulla, si preannuncia un nuovo (?) botta a risposta senza concretezza, un denigrarsi a vicenda senza fatti che siano fatti.
Ci sarà da ridere. E, ci scommetto, da piangere.

Lunedì, 9 Gennaio, 2017 - 00:07