L'amore è un'ombra che se ne va

Agli addii di questo 2016. E a noi che li abbiamo detti.

"Non ho più bisogno che tu esista. Ti posso perdere, perché ti posso avere meglio, se mi manchi. La morte fa parte della vita, ne moltiplica la ricchezza". Orfeo si è voltato e parla così alla sua Euridice, sapendo che non tornerà più sulla terra insieme a lui.
Un regalo di Natale che fa riflettere il libro di Paola Mastrocola, "L'amore prima di noi", in cui i grandi miti vengono raccontati come storie vere.
E cosa c'è di più vero della morte? Questo 2016 ormai agli sgoccioli ce lo ha ricordato quasi con violenza ogni mese, ogni giorno, imponendoci assenze famose a cui la stampa e la televisione dedicano servizi interminabili quotidianamente, ma ancora di più tagliandoci in due la carne con i lutti a noi più vicini.
E dobbiamo chiudere l'anno parlando proprio dell'ombra? Non sarebbe meglio chiamare a gran voce la luce? Ma in fondo l'ombra è un prodotto della luce. E accettare la distanza che si crea tra noi e un'ombra che se ne va, è amore.
Quindi il nostro pensiero di fine 2016 è un pensiero d'amore. Per Giuseppe Papadia, Corrado Bardoscia, Sandro Sabella, Tonino Baldari, don Fedele Lazari, Alberto Fortuzzi, Ninnillo Bellantuono che proprio quest'anno hanno lasciato lacrime, sogni e grandi imprese dietro di loro e per noi. E per tutti coloro che sono andati via all'improvviso o dopo un lungo calvario o nella serenità di un cammino chiuso in modo naturale, nomi custoditi gelosamente nell'anima di chi ha vissuto l'addio. Per il loro viaggio abbiamo sofferto e ci siamo fatti delle domande. Poi ci siamo svegliati una mattina e abbiamo ripreso il nostro di viaggio, assurdamente arricchito dalla loro assenza e in virtù della loro assenza più delineato nelle fasi da percorrere.
Non possiamo e non dobbiamo perderci in una routine frivola, ma possiamo e dobbiamo creare abitudini di cuore, abbracci da non dimenticare più di scambiare, lettere da riprendere a scrivere, racconti da succhiare dalla voce tremante e meravigliosa di chi non vede l'ora di ricordare le emozioni del passato.
Prima che il 2017 si apra con il vortice delle promesse della politica pronta a spartirsi le poltrone alle prossime elezioni amministrative, prima di farsi confondere dal frastuono del nulla che ci propineranno vestendolo d'oro, prima che la speranza ci sembri il solo rifugio e il tempo ci illuda che sia iniziata una nuova vita, sentiamo il dolore della vecchia, il dolore di ieri. Non ne dobbiamo avere paura. In quel dolore l'amore ci può travolgere e rendere più forti. In quel dolore siamo vivi.
Guardare avanti sarà più soave. Come un accordo al pianoforte. Come un sorriso e un amen.
Auguri.

Sabato, 31 Dicembre, 2016 - 00:07