Il centro storico, testimone di vita

Intervista a Vincenza Fortuzzi, docente di storia dell'arte del liceo artistico "G. Toma" di Galatina
Un dettaglio di Via Cavour

Il centro storico di una città è più che mai custode di una memoria che unisce una “scienza dell’architettura” tramandata nel tempo in maniera pratica e una tradizione legata alla storia della città stessa. Cosa conserva il centro storico di Galatina? Cosa racconta?

Il Centro Storico di Galatina è uno dei più importanti e ricchi di testimonianze artistiche del Salento. L’edilizia civile e religiosa, le corti, le mura, le porte, le piazze, le strade sono pagine di un unico libro di pietra che racconta la vita millenaria del paese. Esso ha vissuto un periodo di splendore al tempo degli Orsini Del Balzo e periodi di crisi che, grazie all’operosità, all’ingegno, alla cultura dei suoi abitanti è riuscito sempre a superare. La domanda da farsi è: “Cosa sarebbe Galatina senza il suo Centro Antico?” La risposta è scontata: “Un agglomerato di case anonimo, senza identità”.

I lavori di rifacimento del basolato del centro storico di Galatina puntano a restituire alle strade gli originari assetti, migliorati nella fruibilità e nell’attrattiva. Perché è importante un’operazione simile?

Elemento importante dell’arredo urbano è la pavimentazione stradale. Alla fine del 1700 Galatina era una delle poche cittadine del Salento dotata di strade inselciate, ovvero lastricate. In una relazione sullo stato della città di Galatina, presentata nel 1792 dal Preside della Provincia di Lecce, Pasquale Dell’Acqua, alla Real Camera di Santa Chiara si legge: “Si rende anche cospicua la Terra sudetta di San Pietro in Galatina perché oltre di essere tutta Palaziata e le strade tutte insalciate, contiene in se tutte quelle prerogative che proprie sono delle più belle e formate città.” L’anno successivo, 1793, Galatina venne fregiata del titolo di “città” dal re di Napoli Ferdinando IV. Nel 1854 Tommaso Vanna nell’opera “Il Regno delle due Sicilie descritto e illustrato” dedicò all’interno della monografia su Galatina un intero paragrafo alle strade, sottolineando che delle 37 vie interne ben 33 erano lastricate e segnalando come particolarmente adatte al passeggio quelle denominate San Paolo, Leuzzi, Santa Caterina, Sedile, Trinità, Spirito Santo, Addolorata, Carmine, San Lorenzo. In passato dunque il basolato era segno di civiltà, progresso, distinzione. Dopo l’oltraggio perpetrato in anni relativamente recenti, consistente nella copertura con asfalto delle strade del centro antico, speriamo sia arrivato il momento della consapevolezza del valore storico artistico del basolato.

Cosa vuol dire preservare il cuore della città? In che modo i centri storici si possono proteggere e rivalutare allo stesso tempo?

Da molti anni ormai si discute sulla necessità di conservare e valorizzare i centri storici delle innumerevoli città italiane e dei non meno importanti centri minori. La risposta è facile: il centro storico è una risorsa per ogni comunità, è linfa vitale. È una risorsa culturale, economica, sociale, inesauribile, che nel tempo è destinata ad acquistare sempre più valore. È la casa di tutti, di quelli che risiedono abitualmente, di quelli che, pur vivendo in altre città o addirittura altre nazioni e continenti, tornano a visitare sempre con piacere e a lasciare con nostalgia, degli ospiti (turisti) che vanno degnamente accolti. Chi di noi lascerebbe andare in malora la propria casa?

Intervista apparsa sulla pubblicazione "GALATINA...un po' devi soffrire, se bella vuoi apparire" promossa da L'edilanchora
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Mercoledì, 26 Ottobre, 2016 - 00:07