Un letto. Un vuoto. Un senso di vuoto. Un materasso troppo molle, piatto, scomodo ormai. E se fosse la testa ad essere vuota? E se per uno strano gioco di gravità, appoggiata sul cuscino la testa diventasse così pesante? E se quella del pisellino che punge la schiena, fosse solo una scusa per non dormire? E se la foto panoramica del nostro corpo disteso ad occhi chiusi sotto le lenzuola
Il dubbio
Legno muto quello che ti nasconde ai nostri occhi gonfi. Eppure urla straziante il futuro che hai dovuto lasciare andare. Dente di leone che si perde nell'aria con le sue foglioline lanose, per poi posarsi lontano e riprendere il viaggio come desiderio soffiato via dalla speranza di chi lo scova.
“Ora, se si predica che Cristo è risuscitato dai morti, come possono dire alcuni tra voi che non esiste risurrezione dei morti? Se non esiste risurrezione dai morti, neanche Cristo è risuscitato! “ (1 Corinzi 15, 12-13) Armando Masserenti, sull’inserto ‘Domenica’ de ‘Il Sole24 ore’ dell’1 marzo 2015, apre con questa citazione la sua recensione del libro di Emanuel Carrere, ‘Il Regno’.
“Con questo ragionamento
Il nostro Salento, un tempo Enotria: terra del vino che, in seguito allo sviluppo economico settecentesco voluto dai Borboni, è diventato l’oliveto per l’olio lampante d’Europa. Oggi a causa dell’infestazione del batterio Xylella e per una “cattiva” politica economica che ha trascurato il nostro territorio importando olio da altri stati, sta diventando una “terra morta”, come non è mai stato.
Quando avrai alle spalle un po’ di anni, forse troppi, a volte capiterà di chiederti se hai fatto la strada giusta, se hai preso la direzione giusta. Lo farai voltandoti indietro a guardare se c’è stato qualcosa di sbagliato, se qualcosa non ha funzionato o se in qualcosa hai esagerato. E quando lo farai, mille dubbi ti assaliranno e mille domande chiederanno una risposta che non arriverà.
“Forse avrei dovuto difendere qualcosa, cambiare atteggiamento, migliorare il comportamento.
Gentile Direttore, è da un po' di tempo che ho in testa il pensiero e la voglia di scrivere per cercare di capire qualcosa in merito all'ultima "studiata" campagna pubblicitaria del Comune di Galatina. Mi spiego meglio. Da qualche giorno, girando per le strade della nostra Città, non si può fare a meno di osservare numerosi manifesti dislocati in tutti gli spazi comunali che riportano un mezzo busto di uomo, vestito con una camicia bianca, da cui spunta una pelosa testa d'asino.
Un paio d’anni fa, nel suo esordio cinematografico, Checco Zalone ci lasciava con un interrogativo che era più di una spada di Damocle sulla testa di ogni sano e robusto eterosessuale: gli uomini sessuali sono gente tali e quali come noi, noi normali? Una domanda che dev’essere serpeggiata, pungente come e più di una siringa presso il reparto Immuno-Trasfusionale del nostro ospedale 'Santa Caterina Novella', allorchè due ragazzi gay, o meglio uomini sessuali, hanno chiesto di poter donare il sangue.
Caro Dino, oggi vorrei parlarvi (lasciando cadere nell'oblio le sterili critiche e cattiverie dette, qualche giorno fa, da un sedicente esponente politico galatinese decaduto, che abbaia a tutti i passanti "comu nu cane rraggiatu") di anime e di quel che c'è dopo la morte secondo una mia impressione. Ma vorrei prima di tutto chiarirvi il perché di questa mia iniziativa e l'origine del discorso: due notti fa ho sognato di essere morto e una volta al cospetto di Nostro Signore mi sono trovato faccia a faccia con San Pietro.
Solo due pensieri che in maniera magistrale, esplicitano le nostre idee confuse sui tempi bui che stiamo attraversando. Il primo è in un’intervista di Paolo Sorrentino e, secondo me, giustifica (e non soltanto) uno dei motivi per cui il “bello” sia stato bandito dall’Italia. "La nostra vita pubblica è ormai all'insegna del rancore, di un'intolleranza quasi fisica. Un'assoluta mancanza di stima e di rispetto per chi lo merita,
Troppa fretta, poco tempo. E non si riescono neanche ad organizzare le sue esequie. L'attenzione è defunta, pace all'anima sua. Ve ne siete accorti? Non solo quella che dovrebbe farci aprire gli occhi per strada, quando guidiamo o camminiamo, per evitare spiacevoli conseguenze. Qui il riferimento è ad altro. L'attenzione al prossimo prima di tutto. Ormai le nostre case sono piene di specchi.
L’attimo del Capitano.
Click.
S’è fatto buio, ed ogni storia ha cessato di essere un film.
Si esce. E con la coda tra le gambe. Certo la delusione é tanta e più che mai giustificata: abbiamo chiuso un girone al terzo posto con l’ inguardabile bottino di due reti fatte e con una difesa che si è dimostrata più che mai in un chiaro stato di confusione, e tanti saluti al celebre “catenaccio” all’italiana. Dopo la vittoria sugli Inglesi, eravamo tutti a dire, credendoci forse un po’ troppo, che quest’anno potevamo riscattare la bruciante
Ma quando davanti all’altare abbiamo detto “sì”, e insieme abbiamo pensato “finché morte non ci separi”, io immaginavo che ci stessimo riferendo alla morte naturale, immaginavo la nostra vita insieme per sempre, una vecchiaia lunga accanto a figli e nipoti, condividendo la buona e la cattiva sorte e poi, il più tardi possibile, la morte. E invece tu a cosa pensavi? Pensavi già alla mia morte, se non
Questa volta non si può mancare, e se anche facesse tanto caldo da preferire il mare, fino a sera tardi le sezioni restano aperte: si va a votare. Se non lo si fa per amore di questa strana Europa, così strapazzata un po’ da nord e un po’ da sud da assomigliare ad una frittata mal riuscita, facciamolo per noi stessi, per non lasciare degli spazi vuoti in cui si possa infilare con destrezza, t
La dolorosa vicenda dell’arresto di Bruno Dollorenzo, ancora tutta da definire, ha messo in risalto la mostruosa quantità di pietre che uomini e donne sono pronti a lanciare sul presunto peccatore di turno. Ci vantiamo di essere uno dei paesi più evoluti del mondo, facciamo parte del G8, abbiamo dato i natali ad alcune delle menti più brillanti della storia, le cui teorie e scoperte giganteggiano
“Fate smontare tutti i gazebo e le costruzioni presenti nell’area di Piazza San Pietro”. L’ordine perentorio, rivolto al Sindaco di Galatina, non ammetterebbe repliche o discussioni. “Tali manufatti che insistono su suolo pubblico in un luogo di particolare rilevanza storico-artistica –sembra sia scritto nella raccomandata pervenuta nei giorni scorsi a Palazzo Orsini- se pure regolarmente autorizzate,
D'in su la vetta della torre antica,
Passero solitario, alla campagna
Cantando vai finché non more il giorno;
Ed erra l'armonia per questa valle.
“Mala tempora currunt, sed peiora parantur” tuonava l’illustre avvocato e senatore Marco Tullio Cicerone denunciando in Senato, attraverso un’invettiva, un tentato colpo di mano di Catilina (potrebbe essere considerata, anche se ovviamente con valenza più grave, una mozione di sfiducia ante litteram).
Ancora oggi, a solo un giorno dall'annuncio ufficiale, nella mia mente rimane impressa la cifra sborsata da Mark Zuckerberg, creatore di Facebook, per l'acquisizione del notissimo servizio di messaggistica istantanea WhatsApp. 19 miliardi di dollari. Ma quanti sono? Non ho nemmeno il coraggio di rapportarli alle vecchie lire.
Eppure se penso al cambiamento epocale apportato, da questa semplice applicazione, alla vita quotidiana forse riesco a capire un po' il senso di tutto questo. Ma quella cifra... è davvero quella giusta? Non sarà esagerata? Cosa c'è di tanto interessante in un servizio che mette in contatto ad oggi circa 450 milioni di utenti nel mondo assolutamente gratuitamente?
C'era una volta una città che sonnecchiava. Odiava essere definita dormiente. Eppure non si faceva mai mancare le sue dosi di camomilla. Motivi per destarsi dal suo torpore ne aveva, non fosse altro per i tesori che custodiva tra le sue piaghe da decubito. Non quelle del "non posso", ma quelle del "non voglio".
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