È morta da un po', ma non le hanno fatto nemmeno il funerale

Troppa fretta, poco tempo. E non si riescono neanche ad organizzare le sue esequie. L'attenzione è defunta, pace all'anima sua. Ve ne siete accorti? Non solo quella che dovrebbe farci aprire gli occhi per strada, quando guidiamo o camminiamo, per evitare spiacevoli conseguenze. Qui il riferimento è ad altro. L'attenzione al prossimo prima di tutto. Ormai le nostre case sono piene di specchi. Esistiamo noi e solo noi. Chi ci è accanto spesso è solo un figurante, la "seconda scelta", un impegno da incastrare tra altre cose più importanti.
Noi invece dobbiamo pensare ai nostri sogni, alla nostra carriera, ai nostri obiettivi. Se il resto non ci aggrada, non esiste.
Così l'attenzione è stata stroncata da un infarto. O no? No, le notizie sono contrastanti. Forse è morta dissanguata. Sì, è più probabile. Una morte lenta, di quelle che arrivano dopo aver levato al cuore, giorno dopo giorno, un po' di linfa. E nel baratro si è portata dietro la modestia.
Messa da parte continuamente da chi si erge a "so tutto lo", improvvisandosi quello che non è, la modestia ha spesso camminato accanto all'attenzione, in uno stretto legame costruttivo. Eppure non sono state capite. Eppure sono diventate lo zimbello della frenetica società del "non va bene niente, è colpa degli altri".
Il paradosso dell'immobilismo in un mondo che corre. E fa fuori attenzione e modestia.
Quanti di noi hanno dimenticato l'ultima volta in cui hanno chiesto scusa, hanno ammesso un proprio errore, hanno lasciato spazio a chi magari se la cava meglio? Quanti di noi sanno perché il proprio collega oggi non sorride (ammesso che ci si accorga della cosa) o perché, ancora più difficile, la propria mamma è preoccupata? Quanti di noi si sono resi conto che il proprio papà ha una ruga in più, è stanco e vorrebbe trascorrere qualche ora in serenità con i suoi figli o con i suoi nipoti? Quanti di noi dicono di amare il proprio compagno o la propria compagna e sono davvero a conoscenza dei travagli che forse stanno passando in ufficio, in casa, in un sogno in cui si sono persi e vorrebbero essere accompagnati?
Esistiamo solo noi. E forse in questo modo non siamo poi così diversi dai politici che accusiamo di spartire tra "pochi eletti" ciò che spetterebbe invece al bene di tutti.
L'abbiamo ammazzata. Cerchiamo almeno di organizzarle il funerale. Prendendo coscienza di quello che abbiamo fatto. E continuiamo a fare.
 
Venerdì, 5 Settembre, 2014 - 00:08