La tentazione di votare Crozza
Questa volta non si può mancare, e se anche facesse tanto caldo da preferire il mare, fino a sera tardi le sezioni restano aperte: si va a votare. Se non lo si fa per amore di questa strana Europa, così strapazzata un po’ da nord e un po’ da sud da assomigliare ad una frittata mal riuscita, facciamolo per noi stessi, per non lasciare degli spazi vuoti in cui si possa infilare con destrezza, tra i deputati europei, il meno intelligente, il più disonesto, il più presuntuoso, il meno capace, il più disinformato, il più arrivista, il meno esperto, il più comico, il più patetico, il più ladro, il più colluso… insomma il meno adatto a rappresentare noi tutti in Europa.
Ma come si fa ad innamorarsi dell’Europa, ad amare questo ideale di unità europea se a tutti sembra un matrimonio mal riuscito? Non è facile. E’ come per le coppie in disaccordo che pensano al divorzio come la soluzione a tutti i problemi. Bisogna, come per i matrimoni in crisi, ritornare a pensare a tutto ciò che unisce, gli elementi in comune, il progetto iniziale, le affinità di intenti e mettere in secondo piano ciò che sembra separare, allontanare, ciò che disturba il dialogo.
Chi è giovane o chi ha poca memoria, oggi fa fatica ad immaginare che anche solo settant’anni fa si viveva con la preoccupazione che nazioni come la Francia o la Germania, potessero dichiarare guerra all’Italia, che popoli a noi vicini, con radici culturali del tutto simili e con lo stesso credo religioso, potessero entrare in armi nel nostro territorio, portando morte e distruzione. Sembra un tempo tanto lontano ma in realtà non è così, ed il progetto di Europa unita nasce dal desiderio dei nostri padri di una pace duratura, mai più messa in pericolo da folli progetti di prevaricazione degli uni sugli altri. L’economia, il libero mercato, gli scambi commerciali, la moneta unica, la ricerca, il turismo, ed anche il lavoro, per come oggi viene inteso con la libertà di essere impiegati ora in Italia e domani in Spagna o in Germania, tutto questo e molto altro senza una stabilità politica, sostenuta dalla certezza di una pace duratura, non sarebbe possibile.
E’ bellissimo, anche nella nostra piccola città, passeggiare per le strade del centro, entrare in basilica e sentire parlare in francese, tedesco, spagnolo o inglese e sentirsi parte di una mescolanza di popoli che possono orgogliosamente considerarsi uniti in un’Europa che nonostante un passato, fin troppo recente, di lotte fratricide, hanno trovato il modo di superare con difficoltà le ovvie differenze per scommettere su tutto ciò che li rende simili.
Certo, considerando quello che si è visto in tv in questi giorni, viene la tentazione di votare Crozza, convinti di essere nel Paese delle Meraviglie, ma non intendo fare annullare la mia scheda elettorale e voterò più che mai convinta della bontà della mia scelta. Buon voto a tutti!
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