Sono passati sedici anni da quando tragicamente morì Gino Anchora, insegnante, giornalista e scrittore galatinese. Alle ore 19 di oggi, in ricordo dell'indimenticato cronista, sarà celebrata una Messa nella chiesa della Madonna della Luce. Quest'anno, purtroppo, fra i banchi del Santuario Mariano mancherà Pierino, il suo inconsolabile papà,
Editoriale
Cari ragazzi, insegnanti, operatori dell'istituto Davide Sannino e di tutte le scuole italiane, vorrei che questa giornata, in apertura del nuovo anno scolastico, avesse anzitutto il segno della speranza e dell'impegno solidale. Non mi sfuggono i molti problemi che siete costretti ad affrontare quotidianamente.
Mio Figlio aveva un maglioncino rosso, lavorato a maglia dalle abili mani della nonna. Il giorno che gli fu donato, si smarrì in un sorriso dolcissimo che mi resta negli occhi. Fu di notte che decisi di partire, quando il tormento che mi attanagliava, si risolse nella decisione: avevo scelto dove andare, dove morire. Spiegai a tutti che ci saremmo imbarcati, alla ricerca di giorni nuovi in cui per morire bisognava prima vivere.
(...) Il mio pensiero va anche ai carcerati, che sperimentano la limitazione della loro libertà. Il Giubileo ha sempre costituito l’opportunità di una grande amnistia, destinata a coinvolgere tante persone che, pur meritevoli di pena, hanno tuttavia preso coscienza dell’ingiustizia compiuta e desiderano sinceramente inserirsi di nuovo nella società portando il loro contributo onesto. A tutti costoro giunga concretamente la misericordia del Padre
Questa mattina, 14 agosto, solennità dei Ss. Martiri di Otranto, verso le 7.30, entrando in piazza San Pietro, ho notato che le statue che adornano la tanto decantata (a parole) facciata della Chiesa Madre, si sporgevano dalle nicchie e dialogavano tra loro. Ho sentito San Raimondo Nonnato (nato per parto cesareo) che esclamava: «o tempora, o mores» e ricordava il tripudio e la gioia dei fedeli, del sindaco e del clero quando fu adornato il monumento e ricordava anche
Stavolta un ringraziamento ai social è d’obbligo. Twitter sta avendo il grande merito di offrire un tavolo su cui la rabbia possa trasformarsi in risata. Amara, certamente. Ma almeno ieri si è cercato di sdrammatizzare qualcosa che, in particolare in alcune ore della giornata, ha rischiato di mietere qualche vittima. “Leggevo che tra i giovani c'è la moda di fare selfie sui binari. Da noi con i ritardi di #Trenitalia, ti fai anche il book del matrimonio”. Eh, già.
"Quest'anno si sono superati". L'allusione è alle luminarie ed il commento viene da Roma. La giovane galatinese che lo esprime ha visto solo alcune foto ma tanto le è bastato per assegnare un giudizio positivo all'impegno posto dal Comitato Festa dei Santi Pietro e Paolo nel far allestire 'paramenti' all'altezza della fama della festa patronale galatinese. Attirati dal ritorno delle 'tarantate', impersonate
Estratto dall'intervento del Presidente Mattarella al termine del Concerto diretto da Riccardo Muti in occasione della Festa della Repubblica.(...)Questo 2 giugno del 2015 presenta qualche segnale di speranza, pur nelle difficoltà che permangono nella vita quotidiana degli italiani, si inizia a intravedere l'uscita dalla crisi di questi anni.
Quasi lo vediamo, con lo sguardo perso nel respiro della vita che riusciva a cogliere anche dal silenzio. Credere che tutti e tutto, anche le cose, avessero un futuro di speranza era per don Tonino un dovere dell'anima. Il fascino di questo prete "diverso", già santo nel cuore di molti, si racchiude nel suo modo infantile, ma commovente e mai banale, di stupirsi del mondo. Un mondo a cui non dovrebbe mai mancare il Vangelo, come al Vangelo non dovrebbe mai mancare il mondo.
Duomo di Lecce. Una trentenne decide di aprire il suo animo a un anziano prete del luogo. Per la Pasqua vuole sentirsi a posto con la propria coscienza. Non ha gravi errori da rivelare. Ha semplicemente bisogno di una parola di conforto. Nella chiacchierata tra le pareti del confessionale, racconta che convive con il suo fidanzato. “Non meriti l’assoluzione, puoi andare”. Il religioso è
“Ci ero quasi cascata”. Il messaggio di Roberta Forte alle ore 7:42 ha aperto la mattinata ed era accompagnato da un sorriso ed una linguaccia. Per tutta la giornata è stato poi un susseguirsi di telefonate e commenti più o meno benevoli. I due più interessanti sono stati inseriti sulla pagina facebook del vicesindaco. “Galatina .it scrive fregnacce tutto l'anno, oggi a maggior ragione che è pesce d'aprile- ha sentenziato Tina Minerva.
Alle ore 21:52 del 21 febbraio 2015 è arrivata a galatina.it un’e-mail con allegato un comunicato stampa, di fatto anonimo, nel senso che non conteneva alcuna firma ma soltanto otto simboli a mo’ di carta intestata. Anche in due altre occasioni gli otto contrassegni elettorali, corrispondenti a quattro partiti presenti in Consiglio comunale (Lista Gervasi, La Puglia prima di tutto, Udc e Forza Italia) e a quattro sigle extra-consiliari NCD, Fratelli d'Italia, Concordia e lavoro e Psi),
C'è da chiedersi se faccia più paura il modo vile in cui ci si approfitta della brava gente o il fatto che fidarsi di qualcuno stia diventando quasi impossibile. E così i pochi che sono onesti si confondono nella folla dei sempre più numerosi farabutti, bravi solo a cercarsi le vittime più deboli.
Galatina - Com'era facile prevedere l'appello del Sindaco Montagna alle opposizioni affinché evitassero al massima assise comunale l'umiliazione di discutere su "polemiche e ripicche del tutto personali" (fra Eleonora Longo e Daniela Sindaco) ieri è caduto nel vuoto. La bagarre è stata la solita con urla da entrambe le parti ed un Presidente del Consiglio che ha tentato invano di far rispettare il regolamento.
Le più importanti personalità politiche d’Europa e non, legate in una catena umana a Parigi per riaffermare con la forza della ragione il diritto di esprimere liberamente il proprio pensiero, è un quadro che non dimenticheremo facilmente. A qualcuno è venuto in mente il dipinto di Pellizza da Volpedo, “Il Quarto Stato”, in cui i lavoratori dei primi del ‘900 sono fieramente in cammino verso il cambiamento, verso il riconoscimento di diritti sacrosanti.
La contraddizione non si addice al politico. Chi viene delegato dai cittadini ad amministrare i beni comuni ha il dovere di avere un comportamento coerente. Le sue affermazioni verbali devono tradursi in fatti concreti ogni giorno e in ogni decisione che prende in nome e per conto dei suoi amministrati. Quando il principio di non contraddizione, codificato da Aristotele 2400 anni fa, non viene rispettato allora tutto è possibile e consentito.
Quello che è stato è storia. Ripercorrerla significa far rivivere emozioni che non sempre siamo in grado di sopportare due volte, soprattutto quando hanno uno strascico di dolore. Oggi allora ci fermiamo all'oggi. O ci concediamo al massimo uno sguardo lungimirante e speranzoso al futuro. Ed è tutto lì, in quell'abbraccio tra le lacrime. Il nero del burqa contrasta con i catarifrangenti del giubbino giallo fluo.
Non avrete tempo di leggere queste righe. Oggi sarete presi da altro. Da una cena da preparare, da un regalo ancora da comprare o dall'ennesima imprecazione contro la crisi che renderà questo Natale più magro. Ma poi, più magro riguardo a cosa? Agli antipasti che si alterneranno sulla tavola? Forse se ne può fare a meno. Ai pacchetti da scartare sotto l'albero?
Gentile Sindaco di Galatina, viviamo i giorni dell’anno in cui più spesso usiamo la parola ‘Amore’. Per i cristiani il Verbo diviene carne perché il Figlio di Dio si fa uomo come supremo gesto d’Amore. Gli uomini in questi giorni si guardano quasi in modo diverso, si stringono la mano, si augurano reciprocamente ogni bene. Si sentono comunità e gioiscono della bellezza.
Ho ricevuto da Stefano Cucchi, una lettera di cui vorrei farvi partecipi: Mi chiamo Stefano Cucchi, ed ho disagio a farmi riconoscere con il volto della morte. La mia colpa di assuntore di droga m’inchioda alla croce. Io sono un’immagine pagana, la carne di un rito sacrificale.
Nel frastuono dei processi, io, Stefano Cucchi, sono l’ossicino da spolpare intorno al banchetto delle perizie, la disputa retorica di magistrati in cerca d’una verità. Quella che non posso più narrarvi, che non potete ascoltare.