Brividi di solidarietà, perfino con le cose

Quasi lo vediamo, con lo sguardo perso nel respiro della vita che riusciva a cogliere anche dal silenzio. Credere che tutti e tutto, anche le cose, avessero un futuro di speranza era per don Tonino un dovere dell'anima. Il fascino di questo prete "diverso", già santo nel cuore di molti, si racchiude nel suo modo infantile, ma commovente e mai banale, di stupirsi del mondo. Un mondo a cui non dovrebbe mai mancare il Vangelo, come al Vangelo non dovrebbe mai mancare il mondo.
Che insegnamento straordinario quello dell'attualità dell'inattualità! Una capacità unica quella di essere sempre dentro la realtà senza però perdere mai quel piglio provocatorio che non si accontentava delle parole. Lo scollamento che oggi avvertiamo particolarmente evidente tra ciò che si dice e ciò che si fa, in don Tonino si annullava, perdendosi nei meandri di una passione travolgente. Per gli ultimi, per i giovani, per la pace. Per la vita.
A ventidue anni dalla morte, ricordare don Tonino Bello è proprio come intonare un inno alla vita. Il suo non era l'atteggiamento di chi ascolta da un angolo della stanza, ma l'atteggiamento di San Francesco, quello del bacio al lebbroso. "Se non lo hai toccato, non lo hai incontrato": su questo principio si muovevano i suoi passi. Non si può essere davvero solidali con qualcuno se non lo si abbraccia, se non gli si regala un sorriso, se non ci si guarda intensamente negli occhi. Eccolo il "lembo di vita".
Nel tempo delle passioni tristi e della solitudine, la figura di don Tonino ci viene incontro nella completezza di un mosaico i cui tasselli sono intarsi preziosi di un sognatore più che mai pragmatico, che sapeva ridere e sapeva piangere. E che era più che mai convinto che "di fronte a chi decide di amare non c'è morte che tenga, non c'è tomba che chiuda, non c'è macigno sepolcrale che non rotoli via".

Grazie a Emilia della libreria Fiordilibro per aver organizzato l'incontro su don Tonino dello scorso 16 aprile per la presentazione del libro "La terra dei miei sogni". Grazie alle testimonianze dei graditi ospiti che hanno ispirato questo editoriale: mons. Vito Angiuli, vescovo di Ugento-S. Maria di Leuca; Renato Brucoli, giornalista ed editore; Giancarlo Piccinni, presidente della Fondazione Don Tonino Bello; don Aldo Santoro, parroco della Chiesa Madre di Galatina; Cosimo Montagna, Sindaco di Galatina.
Grazie alle note del flauto di Marco Delisi, maestro del conservatorio "T. Schipa" di Lecce.

Lunedì, 20 Aprile, 2015 - 00:07

Galleria