Non si può costruire in Piazza San Pietro, una sentenza del Consiglio di Stato cancella ogni dubbio

Lettera aperta a Cosimo Montagna, Sindaco di Galatina

Gentile Sindaco di Galatina, viviamo i giorni dell’anno in cui più spesso usiamo la parola ‘Amore’. Per i cristiani il Verbo diviene carne perché il Figlio di Dio si fa uomo come supremo gesto d’Amore. Gli uomini in questi giorni si guardano quasi in modo diverso, si stringono la mano, si augurano reciprocamente ogni bene. Si sentono comunità e gioiscono della bellezza.
Dopo aver partecipato alla messa nella splendida nostra Basilica di Santa Caterina d’Alessandria, è tonificante percorrere via Umberto I, via Vittorio Emanuele II fra i gruppi di persone, molte famiglie, che camminano guardandosi intorno per nutrirsi della storia e della cultura che trasuda dalle nostre pietre.
Poi si arriva in piazza San Pietro e il cuore si chiude. Ad ogni angolo del luogo più sacro della nostra amata Città è presente un’offesa a ciò che fecero i nostri avi, ma anche al buon gusto, al decoro ed alla legge vigente nella Repubblica Italiana.

(…) ai sensi del comma 1 dell'articolo 10 del decreto legislativo n. 42 del 2004, le piazze pubbliche (in specie laddove rientranti nell’ambito dei centri storici) sono qualificabili come ‘beni culturali’ indipendentemente dall’adozione di una dichiarazione di interesse storico-artistico (…)
Così scrive il Consiglio di Stato, sez. VI, nella sentenza n. 5934/14, depositata il 1° dicembre e riguardante la costruzione di un gazebo in Piazza Amedeo in pieno centro storico di Taranto.

Non è consentita - afferma, in sostanza, il supremo organo amministrativo le cui sentenze, come Ella mi insegna, fanno giurisprudenza- “(…) alterazione della percezione di insieme del contesto ambientale e monumentale della piazza (…)”
“Nella fattispecie, non si può del resto dubitare –continua la sentenza e sembra stia trattando proprio di Piazza San Pietro a Galatina- tanto dei presupposti bene ritenuti dalla locale Soprintendenza nel quadro della discrezionalità tecnica propria della tutela (invasività del centro storico con un gazebo alterante la visione d’insieme dell’architettura monumentale esistente), quanto dell’effetto di snaturamento dei caratteri formali di contesto del marciapiede a seguito dell’installazione del gazebo stesso (a dire dell’appellata “avente carattere precario, all’interno del quale, soprattutto nel periodo invernale, somministrare i pasti agli avventori”).
E nel caso vi fossero dubbi che a Taranto come a Galatina non si può impunemente costruire su un bene culturale come è una piazza aggiunge: (…) non implica precarietà dell'opera, ai fini autorizzativi e dell'esenzione dal permesso di costruire, il carattere stagionale di essa, quando la stessa è destinata a soddisfare bisogni non provvisori attraverso la permanenza nel tempo della sua funzione (non sono infatti manufatti destinati a soddisfare esigenze meramente temporanee quelli destinati ad un’utilizzazione perdurante nel tempo, sicché l'alterazione non può essere considerata temporanea, precaria o irrilevante:”
Signor Sindaco, Ella ieri ha comunicato di avere chiesto ai Dirigenti Responsabili del nostro Comune di prepararLe entro oggi “una relazione scritta” su quanto sta accadendo in questi giorni nel cuore della Città.
Spero che questo piccolo contributo possa aiutarLa a comprendere e a prendere le decisioni più giuste per la nostra Galatina. Amare la propria Città è soprattutto conservarla e rispettarla e non limitarsi ad usarla.
Le porgo i miei più cordiali saluti ed auguri.

Lunedì, 22 Dicembre, 2014 - 00:07

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