Un dialogo non ascoltato
Questa mattina, 14 agosto, solennità dei Ss. Martiri di Otranto, verso le 7.30, entrando in piazza San Pietro, ho notato che le statue che adornano la tanto decantata (a parole) facciata della Chiesa Madre, si sporgevano dalle nicchie e dialogavano tra loro. Ho sentito San Raimondo Nonnato (nato per parto cesareo) che esclamava: «o tempora, o mores» e ricordava il tripudio e la gioia dei fedeli, del sindaco e del clero quando fu adornato il monumento e ricordava anche il suo confratello Mons. Adarso, arcivescovo di Otranto, ma che risiedeva stabilmente a Galatina, vescovo illuminato.
I galatinesi, memori, eressero l’epitaffio che si trova all’ingresso della chiesa. Molti anni addietro la Pubblica Amministrazione gli ha dedicato una strada nel nuovo quartiere di San Sebastiano. Colloquiavano sull’evento “La notte della taranta”, spettacolo valido, ma non idoneo in piazza San Pietro. San Pietro ha ricordato la legge del 1939 che stabilisce il decoro e la tutela dei monumenti. San Paolo ricordava a San Pietro e lo invitava ad aggiornarsi dell’esistenza di una legge recente circa la fruibilità dei monumenti. San Trifone scuoteva la testa e diceva: «ai miei tempi non
era così». San Paolo approfittava nel dire che lui non è passato mai da Galatina e invitava a leggere gli “Atti degli Apostoli” di San Luca e diceva anche che lui non ha palazzi.
Tutti convenivano nel dire che ci sono luoghi e luoghi per le manifestazioni. A proposito di turisti, San Pietro osservava che per entrare in Chiesa devono fare lo slalom perché tutti i marciapiedi sono occupati. Io dicevo, guardate non ci saranno manifestazioni che tolgono la fruibilità del monumento. Una pura illusione.
A mezzogiorno del 14 era già montato un grande palco proprio davanti alla Chiesa Madre per spettacoli che si terranno il 16 e il 17 agosto. Riflettevo: «o tempora, o mores».
(da 'San Pietro', giornale della Parrocchia San Pietro e Paolo)
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