Nell’agosto del 1917 il generale Cadorna, che lungo il fronte disponeva di oltre mezzo milione di uomini e sul fiume Isonzo poteva contare su 3750 cannoni e 1900 bombarde, contro i 430 cannoni e i 1250 pezzi campali degli austriaci, preparava l’XI battaglia dell’Isonzo, della quale alle 5.30 del giorno 19 scattò l’ora zero. La fanteria attaccò su tutto il fronte, mentre sul Carso i reparti della III Armata facevano breccia in tre punti e al di là di Gorizia
Radici
La controffensiva austriaca e il grave pericolo corso dalla Nazione nel Trentino per la “spedizione punitiva” accrebbero il malcontento della classe politica liberale nei confronti dello Stato Maggiore e degli interventisti di ogni tendenza verso il Governo Salandra – Sonnino. Il Ministro della Guerra, generale Zupelli in un memoriale, consegnato all’inizio del 1916 al presidente del Consiglio, sottolineava la modestia dei risultati conseguiti dall’esercito,
L’Italia era entrata in guerra in un momento favorevole per l’Austria-Ungheria e la Germania, le quali, vittoriose nella battaglia di Gorlice (5 maggio 1915), erano decisamente passate alla riscossa sul fronte orientale, cioè contro Russia e Serbia. Di fronte alle incertezze dello Stato Maggiore dell’Esercito Italiano (dovute al ritardo della mobilitazione generale, alla scarsezza di armi e di munizioni, alla mancanza di un piano militare preparato con cura, all’inconsistenza dei servizi segreti ecc.) ed alle deficienze dei
“La guerra dovrebbe essere intrapresa con forze adeguate alla grandezza degli ostacoli che si possono prevedere”. Questa ‘massima militare’ di Napoleone Bonaparte, peraltro conforme al comune buonsenso, fu assolutamente disattesa da chi nel 1915 aveva il potere di decidere l’entrata in guerra dell’Italia. Il 20 maggio 1915, nelle ore antimeridiane, la Camera dei Deputati, sebbene fosse in maggioranza contraria all’intervento,
Il 28 giugno 1914 venne ucciso a Sarajevo, nel corso di una visita ufficiale, il principe ereditario austriaco Francesco Ferdinando: autore del delitto era stato uno studente serbo, Gavrilo Prìncip, coadiuvato da tre compagni, tutti come lui decisi a vendicare i popoli slavi oppressi. Alla tragica notizia l’Austria reagì inviando alla Serbia un ‘ultimatum’ di 48 ore contenente richieste durissime e, non avendo ricevuto risposte soddisfacenti, dette inizio alle ostilità, seguita dalla Germania.
L’11 ottobre 1896 il Consiglio Comunale (C. C.) di Galatina nominò, per l’a. s. 1896-’97, istitutore presso il Convitto “Pietro Colonna” colui che in futuro sarebbe stato il padre dello statista on. Aldo Moro, cioè Renato Moro di Salvatore. Questi l’anno dopo, essendo stato nominato insegnante elementare a Tiggiano, non accettò la conferma al posto d’istitutore, per il quale, su invito del sindaco Mario Micheli, presentò domanda documentata il futuro genitore dell’onorevole Beniamino De Maria, cioè Ippolito De Maria.
Michele Montinari intorno al 1895, da alunno di prima elementare, conobbe “…un vecchietto vestito di nero, con un soprabito pure nero e il bastone dal pomo dorato…” e “…dal conversare lento e dimesso… ”, il quale spesso ispezionava la scuola. Egli comprese poi che quel distinto gentiluomo era il Sopraintendente all’istruzione di Galatina, cioè l’avvocato Giustiniano Gorgoni. Questi, nato a Galatina il 24 agosto 1825 dall’avvocato Filippo Gorgoni e da Rosina Calò,
I due percorsi di “Ta-Pum”, la prima spedizione che ripercorrerà per la prima volta in maniera integrale e continuativa i luoghi che furono scenario della Grande Guerra, sono stati presentati ieri durante un workshop presso il ‘Fortino’ a Nago di Torbole (TN). Il primo percorso della missione ideata dall'Associazione L'Uomo Libero onlus seguirà la linea dei cinque fronti di guerra “dallo Stelvio al Mare” indicati dagli atti militari ufficiali:
L’appuntamento che l’Osservatorio Tecnico ha organizzato per il 5 luglio (alle ore 19 presso la Sala Martinez di Palazzo Baldi) sarà il primo di una serie di incontri annuali pensati per rendere omaggio ai Galatinesi che hanno fatto la Storia della Città. "Saranno momenti di riflessione su chi, con la propria opera, ha dato lustro alla nostra città-spiegano gli organizzatori- ponendo maggiore attenzione a chi si è particolarmente distinto nell’arte, architettura,
Fino a tutta la prima metà del secolo scorso ed anche dopo nell’Ospedale di Galatina, come in tutti gli Ospedali della Provincia di Lecce, il servizio di ortopedia era espletato dai chirurghi. A tal proposito è significativo il fatto che il primario chirurgo del Nosocomio galatinese, prof. dott. Donato Vallone, il 3 dicembre 1948, informato che gli sarebbero state corrisposte £ 240.444, quale quota spettantegli sui proventi da operazioni e cure effettuate ad infermi paganti in proprio,
Il professor Francesco D’Andria è stato nominato socio onorario del TEBE - Türk Eskiçağ Bilimleri Enstitüsü - Institutum Turcicum Scientiae Antiquitatis, l’Istituto Nazionale turco di Scienze dell’Antichità: la comunicazione nei giorni scorsi da parte del Direttivo.
Attualmente nessun galatinese è Parlamentare e neppure Consigliere Regionale o Provinciale: la città di Galatina è ormai ridotta al ruolo di un ricco serbatoio di voti, al quale i candidati locali , quando ci sono, attingono in maniera scomposta e quindi improduttiva. Per esempio nelle ultime elezioni per il Consiglio Provinciale i 23 (dico ventitré) candidati galatinesi sono stati tanto “bravi” nel dividersi la ricca torta di voti che nessuno di loro è stato eletto.
Il 15 gennaio 1863, il dott. Filippo Mandorino, che all’epoca era l’unico medico dell’Ospedale di Galatina, rinunziò al servizio di chirurgia, conservando soltanto quello di medicina. Perciò la neo eletta Congregazione di Carità, presieduda da Orazio Congedo e preposta alla gestione del Nosocomio, assunse per detto servizio il dott.
‘Raro esempio di amore del prossimo’ e ‘padre amorevolissimo delle orfanelle’: questi gli appellativi indelebilmente incisi nel marmo, con i quali il 14 luglio 1886 la Congregazione di Carità di Galatina, che gestiva l’Ospedale e l’Orfanotrofio della Città, ha trasmesso ai posteri il ricordo di Orazio Congedo, nato a Galatina il 27 agosto 1793 da Giuseppe e Fr
Galatina - A differenza dei palazzi nobiliari, che solitamente ostentano la loro ricchezza formale direttamente su strada con portali, balconi o loggiati dal decoro esuberante, Corte Vinella quasi si ritrae timidamente a custodire i suoi tesori da sguardi indiscreti.
Alcuni anni fa ho cercato di consultare presso la biblioteca “P. Siciliani” di Galatina un estratto dalla ‘Rivista Storica Salentina’del luglio 1903, costituito di 32 pagine della stessa (da p.152 a p.183), nel quale è riportato un saggio di Umberto Congedo[1], intitolato appunto ‘I Castriota Scandembergh / Duchi di Galatina (1485 – 1561). Allora, però, non mi fu posibile portare a termine detta consultazione, poiché da quel fascicolo
Caro Dino, fra meno di un mese festeggeremo la Resurrezione del nostro Signore Gesù Cristo, magari davanti "allu pecurieddru de pasta de mendula" e alla tradizionale "cuddrura", quest'ultima un tempo doveva essere consumata il dì di pasquetta. La Santa Pasqua per i galatinesi è stata sempre una festa molto sentita, con i riti della settimana Santa: in particolare la visita dei fedeli ai Santi 'Sepolcri' del giovedì Santo; ma il momento più atteso è al mattino
Caro Dino, ogni anno a Dicembre, nel periodo natalizio, ricordo piacevolmente una serata piovosa , nella quale fummo catturati da un racconto di vita vissuta da "u Nunnu Pippi Cuja". Questo galatinese doc, era l'ultimo figlio di una numerosa famiglia contadina, povera gente che ogni mattina all'alba iniziava una lunga giornata per la sopravvivenza, lavorando la terra.
Il 7 dicembre scorso è stata inaugurata a Lecce presso il MUSA, Museo Storico-Archeologico dell’Università del Salento, la mostra “Iside a Lecce. Nuove scoperte nella città romana”. L’esposizione curata da Francesco d’Andria, ruota intorno all’evocativa ricostruzione dell’Iseo di Lecce, realizzata grazie al contributo del Collegio Circoscrizionale dei Maestri Venerabili di Puglia, Grande Oriente
Caro Dino, quella mattina di giugno mia nonna Cristina aveva notato una vivace attività aerea nel vicino aeroporto di Galatina. Appena ebbe l'occasione chiese notizie al "trainiere", uscito dalla base militare e che dal mattino presto stava consegnando materiale edile.