Ippolito De Maria, educatore eccezionale e amministratore saggio ed irreprensibile

Ippolito De Maria

L’11 ottobre 1896 il Consiglio Comunale (C. C.) di Galatina nominò, per l’a. s. 1896-’97, istitutore   presso il Convitto “Pietro Colonna” colui che in futuro sarebbe stato il padre dello statista on. Aldo Moro, cioè Renato Moro di Salvatore.  Questi l’anno dopo, essendo stato nominato insegnante elementare a Tiggiano, non accettò la conferma al posto d’istitutore, per il quale, su invito del sindaco Mario Micheli, presentò domanda documentata il futuro genitore dell’onorevole Beniamino  De Maria, cioè Ippolito De Maria. Quest’ultimo era anche amico di Renato Moro che aveva conosciuto nell’ambiente universitario napoletano.
Davvero singolari l’affinità occupazionale e l’amicizia dei padri dei due uomini politici pugliesi!
Chi  era il ventenne De Maria che, venuto a Galatina come istitutore del Convitto, vi rimase per tutta la  vita?
Egli era nato a Palagiano nel 1877. Suo padre Raffaele, insegnante nelle scuole secondarie del Regno delle due Sicilie, era stato licenziato dopo il 1861 per essersi rifiutato di giurare fedeltà al re Vittorio Emanuele II, in quanto disgustato dalla violenza che aveva caratterizzato la nascita del Regno d’Italia e dall’anticlericalismo cieco e settario del Governo sabaudo. Perciò aveva aperto una scuola privata a Ginosa, che gli permise di dare un dignitoso avvenire ai propri figli.
Quindi in un ambiente moralmente ineccepibile e culturalmente evoluto aveva maturato la propria  vocazione all’insegnamento il giovane Ippolito, il quale frequentò la R. Scuola Normale di Bari, conseguendovi la patente di maestro elementare di grado superiore. S’iscrisse poi alla Facoltà di Lingue Straniere dell’Università di Napoli, ma dopo due anni, costretto a cercare lavoro per motivi familiari di carattere economico, accetto un posto d’istitutore presso il Convitto Nazionale di Bari, dove non rimase a lungo per motivi di salute.

Nel Convitto “P. Colonna” il rettore Rocco Catterina, dotto sacerdote trentino ricco di doti umane,   contribuì non poco alla formazione come educatore del giovane De Maria che, anche quando fu assunto come insegnante elementare, cercò di avere sempre incarichi nello stesso convitto. In data 27 settembre 1899 il Nostro fu nominato vice – censore per l’anno scolastico 1899 – ‘900, con la stipendio annuo di  £ 500, oltre vitto e alloggio. Nello stesso incarico fu confermato in ciascuno dei sette anni successivi. Il 29 ottobre 1907, cioè subito dopo la regificazione[1] del Liceo- Ginnasio, fu nominato  censore e, quindi, aveva il dovere di “…sorvegliare e dirigere gli istitutori nell’adempimento del proprio ufficio, curando in principale modo che (congiungessero)  alla severità per il mantenimento della disciplina, l’urbanità e la dolcezza dei modi e che (fossero) esempio ai giovanetti di moralità, di civile educazione e di temperanza.”(v. art. 13 di Programma e regolamento del Convitto). Dovere questo che egli seppe assolvere egregiamente, meritando l’assoluta fiducia del rettore e del Commissione Amministrativa (C. A).
Dall’ottobre 1908 fino al settembre 1911 Ippolito De Maria non fu dipendente del Pio Istituto “P. Colonna”   perché, avendo accettato l’incarico di maestro elementare, non poteva ricoprire anche il posto di censore. Proprio in quel periodo mise su famiglia, sposando nel settembre 1910 Maria Consiglia Bardicchia, insegnante nelle Scuole Elementari di Galatina, ma proveniente da Salice Salentino.

La C. A. del Pio Istituto “P. Colonna” il 13 giugno 1911 nominò il Nostro tesoriere con il compenso annuo di £ 450 e l’obbligo di fornire una cauzione di £ 6.500. La stessa C.A. il successivo 6 settembre gli affidò anche la direzione e la vigilanza della “vittitazione” (ovvero del servizio di mensa) del Convitto, nonché dell’acquisto dei generi alimentari necessari, spendendo non più di   £ 1,35 per convittore. Per quest’ultimo delicato incarico avrebbe ricevuto annualmente il compenso di £ 600.

Però in qualità di nuovo tesoriere prima di ricevere le consegne dal predecessore avrebbe dovuto attendere l’approvazione da parte del Consiglio di Prefettura degli atti relativi alla cauzione.  Nonostante ciò la C. A., avendo piena fiducia in lui, autorizzò un passaggio provvisorio di cassa, che ebbe luogo il 31 dicembre 1911. Solo alla fine del 1912 il suddetto Consiglio di Prefettura approvò la richiesta cauzione di £ 6.500, ottenuta con un deposito di £ 4.000 presso la Cassa Depositi e Prestiti e con l’ipoteca di £ 2.500 su un fondo rustico, sito in agro di Salice Salentino e stimato del valore di  £ 3.780. Comunque la C. A. per favorire Ippolito De Maria con delibera n. 7/1913 ridusse la suddetta cauzione da £ 6.500 a £ 4.000, cioè all’importo del sopraccitato deposito esistente presso la Cassa DD. e PP.. Intanto il Nostro studiando assiduamente anche di notte si era preparato agli esami per il conseguimento del diploma di Direttore Didattico, che si tenevano presso l’Università di Napoli di fronte ad una Commissione presieduta da un cattedratico di pedagogia. Egli però, pur avendo ottenuto con ottimi detto diploma, non partecipò mai a concorsi per la direzione di Scuole Elementari, in quanto ci teneva molto al lavoro in Convitto, in quanto lo riteneva molto importante nell’educazione dei giovani.

All’approssimarsi della prima guerra mondiale si schierò a favore dell’intervento e in qualità di volontario nell’agosto del 1915 venne arruolato come tenente di artiglieria e destinato alla difesa della costiera di Brindisi. Intanto aveva ottenuto dalla C.A. del Convitto di essere sostituito nell’incarico di tesoriere dalla moglie, M. Consiglia Bardicchia, per tutto il tempo che sarebbe rimasto sotto le armi.               

Ippolito De Maria, congedato alla fine della guerra, riprese l’attività di tesoriere del Pio  Istituto “P. Colonna” e nello stesso tempo ottenne la conferma nel servizio di vittitazione col compenso annuo di £ 1.200 e l’obbligo a non superare il costo di £ 2,00 del vitto giornaliero di ogni convittore.
Intorno al 1921 una grave crisi economica travagliava l’Istituto poiché, mentre da un lato non era più possibile procrastinare i lavori di manutenzione straordinaria non eseguiti durante la guerra e nell’immediato dopoguerra, dall’altro aumentava continuamente il costo dei viveri e quello di stipendi e salari del personale. Per far fronte a tale situazione  il rettore, avv. Emilio Galluccio, chiese ristrutturazioni per un importo di £ 20.000 e la limitazione a 70 unità del numero dei convittori, ma non essendo stato accontentato si dimise. Questo aumentò le preoccupazioni della C. A., la quale aveva peraltro accertato che il Convitto per reggersi aveva bisogno di un reddito netto annuo di £ 7.000 e di un maggiore gettito delle tasse scolastiche, il quale fosse cioè non solo sufficiente ad assicurare il canone dovuto allo Stato (v. nota 1)  per l’avvenuta regificazione del Liceo-Ginnasio, ma che desse anche un supero a favore del Pio Istituto “P. Colonna”. D’altronde la chiusura del Convitto avrebbe comportato l’allontanamento dalle Scuole di Galatina di una parte dei 100 convittori (media degli ultimi anni) con conseguente riduzione del gettito  delle tasse scolastiche.

Per uscire da questo grave stato di crisi una valida ed originale proposta venne nell’agosto 1921 proprio da Ippolito De Maria, il quale chiese in affitto per un quinquennio i locali, i mobili e gli arredi del Convitto, dietro il pagamento del canone annuo di lire 7.000, con l’obbligo di mantenere lo stesso in attività, nel pieno rispetto delle norme del Regolamento interno e provvedendo al pagamento di tutte le spese, comprese quelle della manutenzione ordinaria di locali ed arredi.    Un contratto d’affitto conforme a questa proposta non fu possibile per impreviste difficoltà amministrative. Ma il 19 dicembre 1921 una nuova C. A., ottemperando ad una ordinanza emanata il precedente 7 ottobre dalla Commissione Provinciale di Assistenza e Beneficenza, ed in accordo col Sindaco di Galatina, Vito Vallone, deliberò la concessione per il biennio 1°ottobre 1921-30 settembre 1923 della gestione del Convitto al tesoriere Ippolito De Maria, il quale oltre ad avere le funzioni di addetto al servizio di vittitazione, doveva assumere anche quelle di rettore. Inoltre si stabilì che: “…L’Opera Pia non dovesse spendere più di £ 5,70 al giorno per convittore e il rettore, nei limiti di tale spesa, doveva provvedere a quanto occorresse per il funzionamento e il mantenimento del Convitto, comprese le piccole spese e la piccola manutenzione ordinaria dei locali, dei mobili e dell’impianto elettrico. Pertanto il rettore-gestore  De Maria non aveva diritto ad alcun compenso, neppure in qualità di tesoriere e di incaricato alla vittitazione.” (v. delibera n. 28/1921).

Questo contratto, che per effetto di successive conferme rimase in vigore  per sette anni, durante i quali la suddetta quota giornaliera da £ 5,70 venne portata a £ 6,50 a partire dall’a. s. 1922-23 e a £ 8,10 dal 1924-25.

 Il 15 ottobre 1928 la C. A. decise di riprendere la gestione diretta del Convitto, ma confermò il Nostro sia nell’incarico di rettore (con lo stipendio annuo di £ 8.000) che in quello di tesoriere col compenso annuo di £ 700, portato poi a £ 850 nel quadriennio 1929-1932. Egli fu anche incaricato a provvedere e vigilare la fornitura del vitto ai convittori, per la quale il costo giornaliero di £ 5,20 per convittore, che non doveva essere superato, comprendeva anche sia la spesa per il vitto al personale educativo ed inserviente che il compenso per l’incarico di direzione e vigilanza del servizio mensa.

Da quanto detto si evince che a partire dal 1921 la direzione educativa del Convitto e la gestione economica dello stesso (servizio di tesoreria + servizio mensa) furono con continuità espletate da un’unica persona: Ippolito De Maria.

Ciò fu per l’istituzione una vera fortuna, poiché solo un educatore esperto e nello stesso tempo amministratore saggio e irreprensibile poteva assicurare stabilità al Convitto “P. Colonna” nel corso degli anni venti e trenta del secolo scorso  travagliati da ricorrenti gravi crisi sociali ed economiche come, per es., l’avvento del fascismo,  la crisi economica del 1929  ecc.

 Da buon padre di famiglia il Nostro cercò di migliorare le condizioni ambientali dell’Istituto, infatti:  - nel 1929 chiese ed ottenne l’installazione in un ampio locale (che prima era stato studio per i convittori) di moderni servizi igienici con lavandini e docce, che utilizzavano l’acqua del pozzo  dell’edificio, attinta con una elettropompa; così finirono “in pensione” le tradizionali   bacinelle;     - ottenne  che fossero spese £ 7.000 per trasformare una grande sala (nella quale erano sempre state le bacinelle e  gli altri accessori utili alla pulizia personale) in Cappella per le funzioni religiose; questo perché aveva constatato che nella Chiesa dell’Immacolata, durante la Messa, i convittori si distraevano;    

- molto interessato al tempo libero dei giovani, acquistò una macchina cinematografica di produzione tedesca e concluse un contratto con l’Istituto Italiano Proiezioni Luminose – Milano per il noleggio di film muti: western o commedie o descrizioni di viaggi e avventure di navigatori alla scoperta di nuove terre; inoltre, coadiuvato dal bravo maestro Eugenio Gizzi, promuoveva spettacoli musicali, mentre personalmente curava un’intensa attività filodrammatica, impegnandovi i convittori che, secondo lui,  ne traevano notevoli vantaggi di carattere formativo sia sul piano morale che sociale.
Il rettore De Maria, impegnato com’era nella formazione civile, morale e religiosa dei giovani, invitava frequentemente per tenere conferenze personalità note anche in campo nazionale per le loro attività culturali o benefiche. Inoltre ogni anno, in occasione della Pasqua, affidava a un dotto sacerdote un corso di esercizi spirituali per la preparazione dei convittori al precetto pasquale.
Ma, al di là degli impegni e degli interessamenti connessi all’incarico di rettore, il Nostro era fortemente preoccupato per le difficoltà di ragazzi bravi che non avrebbero potuto continuare gli studi per le disagiate condizioni familiari. Perciò era solito ricorrere a due espedienti:
- cercava di far assumere come istitutori nello stesso Convitto, facendo loro pagare solo una parte della retta, quelli che dopo il Ginnasio dovevano intraprendere o completare gli studi liceali;
- si valeva dell’aiuto provvidenziale di un suo caro amico, rettore del Collegio Nazionale di Genova, che poteva far assumere come istitutori in quell’Istituto coloro che, conseguita la licenza liceale, non avevano i mezzi per intraprendere gli studi universitari.
Dagli atti d’archivio del Convitto “P. Colonna” si rilevano: -  le nomine a istitutore conferite ai convittori Grano Giuseppe e Maritati Giuseppe nell’a. s. 1930 -31, e a Ciccarese Giuseppe e Ingletti Aldo nel 1931-32;
- nell’anno 1932-33 fu concesso al bravo convittore liceale Mario Sergi di dare ripetizioni ad altri convittori con l’esonero del pagamento di metà retta; allo stesso nel 1933 fu riconosciuto il compenso di £ 200 per aver supplito istitutori assenti e nel 1934, dopo il conseguimento della licenza liceale, gli fu conferita la nomina a istitutore con lo stipendio annuo di £ 1.584, oltre vitto e a alloggio.

Purtroppo la molteplice e intensa attività del rettore Ippolito De Maria si concluse il 14 marzo 1938 con la sua morte, all’età di 61 anni, causata da un male incurabile.
Dagli atti amministrativi del Convitto emerge la costante preoccupazione che il Nostro ebbe sino alla fine per i ragazzi che le famiglie gli affidavano. Infatti nell’estate del 1937 provvide all’acquisto di un apparecchio radio, pagato £ 4.600, di cui 975 raccolte fra i convittori, ed aveva anche preparato in ogni particolare l’acquisto di una macchina cinematografica sonora, che non poté neppure vedere perché arrivò un mese dopo la sua morte.
Alla famiglia De Maria il 30 giugno 1938 venne rimborsata la somma di £ 2043, anticipata da Ippolito per il viaggio a Roma di un gruppo di convittori che nel 1937 avevano vinto il 2° premio nella Gara Nazionale di Cultura Cattolica.

Con queste brevi note ho inteso tratteggiare la figura di un vero educatore che interpretò il proprio ruolo con un contributo costante e totale ad una sana e completa formazione della gioventù, modernizzando un’istituzione educativa.         

                                                                                                                           

                                                                                                                                                




[1] Il Liceo – Ginnasio “P. Colonna” di Galatina fu regificato (cioè divenne governativo) con R.D. 30 settembre 1907, in  virtù del quale il Governo si obbligava a retribuire il personale direttivo, insegnante e di servizio, mentre da un lato l’Opera Pia “P. Colonna” s’impegnava a fornire i locali, il materiale scolastico, quello scientifico e quant’altro occorresse per il buon andamento dell’Istituto, dall’altro il Comune e la stessa Opera Pia si obbligavano a versare annualmente all’Erario la somma di £ 20.122,25 = £ [12.210(da interessi di titoli di Rendita Pubblica appartenenti all’Opera Pia) + 7.912,25(da sovraimposta comunale)].
All’Erario era anche dovuto l’importo fisso annuo di £ 16.000 ricavato con l’imposizione di tasse scolastiche agli studenti.   

Domenica, 3 Agosto, 2014 - 00:07