Nel mare magnum delle pagine sul caso Moro (il calcolo, probabilmente approssimato per difetto, è superiore al milione) ci è capitato più di una volta, facendo una ricerca con una parola chiave nel nostro data base, di imbatterci in documenti e circostanze inattesi e del tutto slegati dal contesto da cui era partita la ricerca.
Franco Martines
Quarant'anni fa in via Fani venne rapito Aldo Moro e furono uccisi i cinque uomini della sua scorta (Domenico Ricci, Oreste Leonardi, Giulio Rivera, Francesco Zizzi e Raffaele Iozzino).
La seconda Commissione parlamentare sul caso Moro, operante dalla fine del 2014, si è spesa promuovendo indagini a 360 gradi per cercare di dipanare i molti nodi rimasti irrisolti nonostante le verità giudiziarie pronunciate e consolidate.
E' quasi l'una e sto uscendo; alle due del pomeriggio ho un appuntamento. A via Montalcini 8 con l'avvocata (è oggi politically correct dire così) Benedetta Piola Caselli . Non la conosco di persona, ci siamo sentiti solo via Facebook e condividiamo l'interesse per i misteri, grandi o piccoli, giustificabili o meno, che ruotano attorno al caso Moro.
6 marzo 1978. La Securpena (struttura di supervisione delle carceri) segnala al Sismi che un ergastolano della casa circondariale di Campobasso, Cesare Ansideri, che aveva avuto contatti con alcuni brigatisti, ha rivelato che si sta progettando un attentato a “una grossa personalità di Roma”, allo scopo di ottenere in cambio la liberazione di alcuni detenuti politici.
Bene questo è solo un campionario ridotto di incongruenze stranezze e contraddizioni che emergono dalla verità ufficiale. L’ affermazione dei brigatisti che “… è tutto noto e non ci sono segreti da scoprire…” iniziò , come abbiamo visto, da quel lontano comunicato n. 6 ( ne ho parlato all ‘interno del commento al comunicato n.
1. 6. Il 29 marzo arriva il comunicato n.3, diffuso ancora contemporaneamente in quattro città, con allegata una lettera di Moro a Cossiga in cui il rapito invita lui e, per il suo tramite, tutti a considerare l’ipotesi di uno “scambio di prigionieri”. E’ un tentativo di rompere quel “fronte della fermezza” che si era da subito costituito. Il comunicato afferma che Moro stava “collaborando” e che
A questo punto , prima di procedere nell’ analisi di alcuni dei singoli punti, voglio premettere che non ho certo la pretesa di fornire un punto di vista originale . Quello che segue è solo la mia personale sintesi di quanto ho letto negli anni sulle contraddizioni della verità ufficiale e sulle “premonizioni” e avvertimenti che vi furono; ed ha lo scopo di stimolare la curiosità (di chi avesse l’ avventura di
Si impone a questo punto un breve riepilogo di alcuni dei fatti più salienti di quei giorni drammatici. È un’ elencazione per punti; alcuni di questi punti verranno più in avanti richiamati per mettere a confronto la verità ufficiale con gli elementi che la contraddicono o quantomeno creano perplessità.
Quanto dice il titolo, sia pure in forma dubitativa, fa riferimento alle ripetute affermazioni di tutti I Brigatisti (pentiti, dissociati o irriducibili) che, in risposta a domande degli intervistatori su incongruenze e contraddizioni della verità ufficiale, ripetono come una litania che è tutto detto, tutto chiaro, tutto noto.