Tu, centravanti discreto
Addio a Bruno De Noia, poliziotto galatinese, deceduto ieri sera a 52 anni
Scusa se ti disturbo, Bruno. L'ho fatto tante volte in passato, quando c'erano comunicati stampa che tardavano a uscire e avevo bisogno di informazioni sul vostro ultimo arresto o sulla vostra ultima operazione. Stavolta però ti disturbo perché devo scrivere di te e vorrei assicurarmi che la tua incredibile discrezione non abbia nulla in contrario a essere minata dalle mie parole.
È solo che sei stato davvero troppo silenzioso nel tuo calvario, troppo attento a preservare tutti dal saperti sofferente. E allora concedici un po' di rumore, quello che fa l'affetto per le persone buone, quello che fa l'affetto per te, che si amplifica in modo spontaneo nelle bocche dei tuoi amici, negli occhi dei tuoi colleghi, nel cuore della tua Maria Antonietta, dei tuoi Riccardo e Carla, di tua madre, dei tuoi fratelli. Concedici di gridare, ma non come fosse un urlo, non come se ci fosse rabbia, bensì come se fossero le chiacchiere a voce alta delle feste, spinte di potenza per superare la musica, in cui la tristezza è bandita e ciò che più conta è lo stare insieme.
Chioma fluente, l'immancabile moto, l'aria di chi prende sempre seriamente il proprio lavoro, insomma vederti le prime volte significava ammirare il quadro del "perfetto duro". Ma le pennellate diventavano subito arcobaleno a ogni tuo sorriso. E con il sorriso ci stai salutando. Sembra di vederti fare una delle tue battute che stemperavano qualsiasi tensione.
Concedici un po' di rumore, di lasciarci attraversare dai ricordi, di rassegnarci all'assenza imparando a non avvertirla come mancanza, ma come seme fecondo piantato in chiunque ti abbia conosciuto.
A 52 anni aggrapparsi alla vita è quasi un dovere. Tu lo hai fatto non lasciando passare inosservati i 18 anni di tuo figlio, rimanendo saldo al tuo posto finché le forze fisiche non ti hanno costretto a fermarti, incontrando tutti i giorni i tuoi cari, in uno scambio reciproco di risate e addii silenti, un po' per volta.
Grazie, Bruno, grazie per essere stato per un po' compagno anche del mio viaggio. Ti dico arrivederci pensando al libro che mi hai regalato il giorno della mia laurea un po' di anni fa, "La valigia del centravanti". Tu sei stato un centravanti, Bruno, "testa di pietra e corpo di corallo rosa", la preziosità anche nella fragilità, l'eroe della prima linea che passa in mezzo alle pallottole. Hai fatto la valigia, ma sarai sempre un centravanti.
È solo che sei stato davvero troppo silenzioso nel tuo calvario, troppo attento a preservare tutti dal saperti sofferente. E allora concedici un po' di rumore, quello che fa l'affetto per le persone buone, quello che fa l'affetto per te, che si amplifica in modo spontaneo nelle bocche dei tuoi amici, negli occhi dei tuoi colleghi, nel cuore della tua Maria Antonietta, dei tuoi Riccardo e Carla, di tua madre, dei tuoi fratelli. Concedici di gridare, ma non come fosse un urlo, non come se ci fosse rabbia, bensì come se fossero le chiacchiere a voce alta delle feste, spinte di potenza per superare la musica, in cui la tristezza è bandita e ciò che più conta è lo stare insieme.
Chioma fluente, l'immancabile moto, l'aria di chi prende sempre seriamente il proprio lavoro, insomma vederti le prime volte significava ammirare il quadro del "perfetto duro". Ma le pennellate diventavano subito arcobaleno a ogni tuo sorriso. E con il sorriso ci stai salutando. Sembra di vederti fare una delle tue battute che stemperavano qualsiasi tensione.
Concedici un po' di rumore, di lasciarci attraversare dai ricordi, di rassegnarci all'assenza imparando a non avvertirla come mancanza, ma come seme fecondo piantato in chiunque ti abbia conosciuto.
A 52 anni aggrapparsi alla vita è quasi un dovere. Tu lo hai fatto non lasciando passare inosservati i 18 anni di tuo figlio, rimanendo saldo al tuo posto finché le forze fisiche non ti hanno costretto a fermarti, incontrando tutti i giorni i tuoi cari, in uno scambio reciproco di risate e addii silenti, un po' per volta.
Grazie, Bruno, grazie per essere stato per un po' compagno anche del mio viaggio. Ti dico arrivederci pensando al libro che mi hai regalato il giorno della mia laurea un po' di anni fa, "La valigia del centravanti". Tu sei stato un centravanti, Bruno, "testa di pietra e corpo di corallo rosa", la preziosità anche nella fragilità, l'eroe della prima linea che passa in mezzo alle pallottole. Hai fatto la valigia, ma sarai sempre un centravanti.
I funerali si svolgeranno domani 12 agosto alle ore 10:30 presso la chiesa di San Sebastiano a Galatina.
Non fiori, ma opere di bene. Tutto il ricavato sarà devoluto all'associazione "Io posso".
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Martedì, 11 Agosto, 2020 - 00:06