Trivelle nei mari del Salento, "ennesima promessa tradita da parte del M5S"
Diciotto mesi di stop alla ricerca di idrocarburi e un aumento dei canoni di concessione pari a 25 volte. Questo è quanto è riuscito a produrre al governo gialloverde sulle trivelle, che continuano ad aleggiare come un cattivo presagio sui fondali dei nostri mari. Si tratta dell’ennesima non-decisione e dell’ennesima promessa tradita da parte del M5s, che sulla Puglia sta facendo ricadere il prezzo più alto del compromesso governativo. Così, dopo Ilva e Tap, al momento le trivelle sono solo rimandate di un anno e mezzo. Inutile girarci intorno, è l’ennesima dimostrazione che quando di mezzo ci sono i grandi interessi - in questo caso il petrolio - Lega e M5s sono sulla stessa barca, naturalmente dalla parte degli interessi. Lo stanno dimostrando in tutte le questioni che riguardano le politiche energetiche e le grandi opere, al netto della litigiosa sceneggiatura di governo e delle fantomatiche analisi costi-benefici, che anche quando hanno esito negativo producono comunque il risultato di autorizzare l’opera, come è successo per il Terzo Valico. Quanto alla ricerca di idrocarburi nei nostri mari c’è poco da dire, se non che è una follia. Vanno fermate! Il 17 aprile di due anni fa, al referendum, votai Sì contro le trivelle. Lo feci contro il mio partito. Anche Lega e M5s votarono Sì, ma solo per andare contro il mio partito. E questi sono i risultati.
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