Tfa e Concorsone, due misteri di ordinaria ingiustizia

L'amara intervista-confessione di un aspirante precario salentino

Si aspettava una risposta da 14 anni e il ministro Profumo ha provato a darla: Tfa (Tirocinio Formativo Attivo) e Concorsone. Il mondo della scuola e l’esercito di aspiranti docenti potrebbero finalmente dirsi soddisfatti di aver ottenuto un modo (valido o meno non importa, è pur sempre meglio di nulla) per poter ambire ad una cattedra. Eppure ogni risposta provoca sempre delle nuove domande e, in particolare, la domanda che accomuna Tfa e Concorsone riguarda la giustizia (e non solo la legalità) che questi due procedimenti hanno fatto trasparire.
La rabbia e la delusione di tanti aspirati docenti è stata espressa più nelle conversazioni da bar e nei forum frequentati solo dagli addetti ai lavori più che dalla stampa ufficiale. Ma questa rabbia e questa delusione ci hanno fatto sorgere dei dubbi, degli interrogativi che abbiamo rivolto proprio ad uno tra le migliaia di giovani e meno giovani che vede (vedrebbe) la scuola nel proprio futuro lavorativo.
Tfa e Concorsone. Sono una risposta soddisfacente per quanti vorrebbero insegnare?
La scuola, vista dalla parte dell’impiego dei docenti, è un mondo complesso e disordinato. Le modalità di accesso alla carriera d’insegnante sono poco lineari. Chi è fortunato o scaltro e, a volte, disonesto accumula punti che gli saranno utili per scalare la graduatoria e i modi per accumulare questi punti, nella situazione attuale, spesso richiedono dei grandi compromessi di vita, perché se la mattina squilla il telefono, si accetta di essere avvisati la mattina alle 7.00 per una supplenza alle 8.00 dello stesso giorno chissà in quale paese della provincia , o a volte, con la propria coscienza, acquisendo punti con assunzioni in scuole fantasma senza stipendio... e a volte senza alunni!
Tfa e Concorsone sono solo l’inizio di una risposta, ma finché non si uniformerà e regolerà il metodo di accesso all’insegnamento si continuerà a procedere solo per palliativi. Il modo in cui opererà il prossimo governo potrà far capire se Tfa e Concorsone sono stati un tampone o il primo momento per ripartire in una nuova direzione.

Qual è la differenza tra il Tfa e il Concorsone?
Il Tfa (Tirocinio formativo attivo) è un corso che abilita all’insegnamento a cui si accede a seguito di un concorso (prova preliminare, scritto e orale). I vincitori del concorso sono tenuti a versare una tassa di iscrizione che si aggira tra i 2.500 e i 3.000 euro, in base all’Università, e dovrebbe durare circa sei mesi al termine dei quali si accede ad una delle numerose graduatorie della scuola: la graduatoria degli abilitati. In breve, un concorso molto selettivo (e costoso) che non garantisce una cattedra, ma solo l’iscrizione in graduatorie a volte straripanti.
Il cosiddetto Concorsone (anche questo prevede tre prove: quiz, scritto e orale) invece, è un effettivo concorso per ottenere un posto di lavoro: una cattedra, subito o nel peggiore dei casi entro il 2015, a quanto sembra.

Perché un aspirante docente dovrebbe scegliere di frequentare il Tfa visti i costi e l’incertezza lavorativa?
Perché teoricamente al Concorsone potevano accedere solo i docenti già abilitati, cioè coloro che avevano già frequentato la SSIS (un corso abilitante simile al Tfa istituita per alcuni anni fino al 2008).
Perché dice “teoricamente”? Al Concorsone potevano partecipare solo gli abilitati o i laureati prima del 2002…
Sì, ma la prerogativa principale per entrare nella scuola non sono le abilitazioni o le competenze, ma la furbizia. Nonostante il Bando di concorso fosse molto chiaro su questo punto, un manipolo di laureati dopo il 2002 e non abilitati hanno avuto ugualmente accesso al Concorso.
In che modo?
Iscrivendosi ad un sindacato.
Spieghi meglio…
È semplice. Un sindacato, l’Anief, ha deciso di fare ricorso contro questa limitazione alla partecipazione dei laureati dopo il 2002 e fin qui sembra tutto normale: un sindacato  individua una violazione dei diritti e opera perché sia posto rimedio. Ma in realtà il diritto a partecipare al Concorso è stato validato solo per gli iscritti al Sindacato stesso. I laureati dopo il 2002 non hanno potuto partecipare al concorso per meriti di studio, ma per il merito di avere una tessera sindacale.
Una tessera sindacale è stato l’elemento discriminante per i laureati dopo il 2002 per poter partecipare al Concorso?
Ha potuto partecipare chi ha scelto di fare una scommessa insieme all’Anief: iscriversi al Sindacato, pagare una quota d’iscrizione di 120 euro e altri 100 di ricorso e tentare la fortuna. Lauree, dottorati, specializzazioni non contano nulla, l’importante è salire sul carro dei più furbi. Si dovrebbe verificare l’incremento di iscritti all’Anief negli ultimi mesi!
E chi non ha voluto “tentare la sorte” e pagare 220 euro?
Chi non paga non ha gli stessi diritti in Italia, …è chiaro. Anche perché molti di questi possibili candidati di soldi ne avevano già spesi per iscriversi al concorso del Tfa: 100 euro solo per iscriversi al concorso. E altri 2.500 in media per frequentare il corso qualora si risulta vincitori.
Anche il Tfa è stato oggetto di critiche per alcune anomalie, vero?
Certo. Anche lì la meritocrazia è stata invocata in modo improprio. Il test preliminare di quest’estate era stato una vera e propria carneficina. In molte Università, per alcune classi di concorso, sono state ammesse meno persone rispetto al numero di posti disponibili, a fronte di centinaia di candidati. Appellandosi ad alcune domande errate presenti nei test (e a molte altre presunte tali!), il Ministero ha dato il via ad un cieco ripescaggio: 0,50 punti assegnati per ogni domanda arbitrariamente annullata e il cui annullamento non è mai stato giustificato.
Chi aveva risposto correttamente, ovviamente, non ha ricevuto nessuna agevolazione in graduatoria e non poche volte è stato letteralmente scavalcato da chi, prima del ripescaggio, non aveva raggiunto neanche il voto minimo per accedere alla prova successiva.
Tuttavia, chi non ha superato le prove del Tfa, pur non avendo l’abilitazione e non essendo stato giudicato idoneo ad ottenerla, magari ha sborsato altri 220 euro e ha provato la fortuna col Concorso a cattedra… E chissà se a settembre non sarà già col registro in mano, anche se per il Tfa non era stato ritenuto meritevole neppure di accedere al corso abilitante!

Tutto questo, come la fa sentire?
Amareggiato.
Soltanto amareggiato?
No, non solo.
Grazie
Prego.

 

 N.B.: Ad oggi il Tar non ha ancora emesso la sentenza definitiva sul ricorso Anief

Martedì, 22 Gennaio, 2013 - 00:09