Tarantate, rese "invisibili" otto tele di Caiuli

Le venti opere del pittore galatinese furono donate al Comune con il vincolo della loro esposizione unitaria

La festa dei patroni, santi Pietro e Paolo, è ormai arrivata, e con essa il flusso sempre più crescente di turisti, che trovano un motivo in più, per visitare la nostra città, nell’approfondimento della conoscenza del fenomeno del tarantismo. Galatina è riuscita negli anni a presentare il fenomeno del tarantismo usando vari registri interpretativi, attraendo così chi semplicemente desidera rivedere la rappresentazione di ciò che accadeva alle tarantate, fra il 28 ed il 29 giugno, senza trascurare chi vuole studiare il fenomeno nell'ottica storico-antropologica.
Dal punto di vista artistico, il percorso giusto per avere immediatamente la sensazione di calarsi in una realtà apparentemente lontanissima da noi, come il tarantismo, è quello di ammirare le tele di Luigi Caiuli, custodite presso il museo Cavoti. Le venti tele dell’artista compongono un percorso quasi didattico, accompagnando il visitatore passo passo verso una comprensione istintiva, prima, e ragionata poi, di quello che era il sentimento popolare rispetto al fenomeno, magistralmente descritto attraverso le figure vibranti che sembrano saltar fuori dalle tele.
Tali opere furono donate al Comune di Galatina nel lontano 1998 e, nel febbraio del 1999, l’allora sindaco Giuseppe Garrisi prese in carico le venti tele, specificando che le stesse sarebbero rimaste in esposizione permanente.
Come viene puntualmente descritta nel volume “Museo Comunale Pietro Cavoti di Galatina”, a cura di Domenica Specchia (Editrice Salentina 2003), la collocazione delle tele risulta essere la seguente: Ingresso, retroporta sinistra: Furore e stupore, La tarantata I, Delirio, Contagio. Parete sinistra: Danza in piazza, Danza nella corte, Tarantate in piazza San Pietro, Arrivo in piazza San Pietro. Parete di fondo, sinistra: Terapia musicale, Come belve in gabbia. Parete di fondo,destra: Terapia domestica. Parete destra: Le donne ragno, Terapia musicale con aioresis, La taranta libertina, L’acqua di San Paolo. Retroporta destra: Le Baccanti, La Pizzicata. Su cavalletto, da destra: La tarantata II, Furore erotico, Epidemia coreutica.
Tali opere da quasi vent’anni raccontano una storia, rappresentano un ciclo pittorico di grande valore. Dispiace sapere che in questo momento, proprio nel periodo di massimo interesse di turisti e studiosi verso la tematica del tarantismo, otto delle venti tele di Caiuli non sono fruibili dai visitatori. Custodite altrove, le tele mancanti non sono a disposizione del pubblico. C’è da augurarsi che i responsabili delle recenti disposizioni (si spera momentanee) che hanno ritenuto di smembrare tale preziosa collezione, tornino sui loro passi e rimettano le venti tele al loro posto, lì dove si era convenuto di sistemarle in base a criteri stabiliti anche ascoltando le direttive dello stesso autore-donante.  

Martedì, 26 Giugno, 2018 - 00:07