"Sulla 275 con Cantone e Delrio"

Con la sua relazione sull’iter dell’appalto della 275 l’Anticorruzione ha messo il sigillo dell’ufficialità su ciò che è stato denunciato per anni da chi voleva un progetto meno invasivo per il territorio e che non fosse una mangiatoia per il partito del cemento.
Nel maggio scorso il ministro Delrio, rispondendo in Parlamento ad una interrogazione sul tema della 275, disse chiaro e tondo, tra le altre cose, che la strada si farà. Anche se ci sarà bisogno di rivedere quel progetto, pensato più per far fare il colpo grosso o l’affare della vita a qualcuno, che per dotare il territorio di una infrastruttura importante.
Non mi stancherò mai di ripetere che ammodernare la strada che va da Maglie a Leuca è un bisogno primario di questo territorio, perché quell’arteria oggi è pericolosa e scomoda. Se l’obiettivo è questo, allora una politica seria e responsabile si prodiga perché vengano effettuate le necessarie modifiche al progetto che è stato appaltato e si parta con l’ammodernamento. Mi pare l’orientamento del governo e spero che sia anche quello di Anas.
Voglio ricordare a tutti che i costi della statale 275 sono lievitati da 113 milioni nel 2001 a 288 milioni nel 2011 senza che sia stata spostata una sola pietra. Voglio ricordare che sul tracciato per cui si battono tanti alfieri locali del lavoro e della sicurezza stradale sono state trovate discariche di rifiuti pericolosi che quella strada avrebbe tombato, insieme alle responsabilità di chi li ha seppelliti. Voglio ricordare che lo stesso Armani, presidente di Anas, ha definito quel tracciato “un tratto di penna sulla cartina geografica” per sottolineare la scarsa cura e lo scarso rispetto dimostrato per il territorio del Sud Salento da chi ha progettato a suon di milioni dei cittadini quella strada.
Io sto alle parole dette da Graziano Delrio in Parlamento. Se si modifica il progetto e lo si rende funzionale ai bisogni del Salento e non a quelli del partito del cemento, il Sud Salento avrà una infrastruttura migliore in tempi brevi. Ma bisogna remare tutti nella stessa direzione. Cosa che in questi giorni, tra strumentalizzazioni delle proteste operaie e minacce di nuovi contenziosi per rivendicare il nulla che si è fatto, oltre che pressioni politiche dei sempre presenti rappresentati del partito trasversale del cemento, non mi pare stia ancora avvenendo.

Domenica, 11 Settembre, 2016 - 00:04