Senza zeppole, ma con una responsabilità in più
Tra quelle che arriveranno a domicilio e quelle che saranno improvvisate in casa, si pongono quelle che non saranno mai infornate. Le zeppole di San Giuseppe quest’anno vivranno una festa del papà in sordina, schiacciata dalla crisi coronavirus, ormai argomento monotematico della nostra quotidianità. I forni spenti sono quelli dei bar che ormai da una settimana sono forzatamente chiusi. Con tristezza braccia conserte quindi per gran parte dei pasticceri galatinesi.
Ma a non preparare il tradizionale dolce del 19 marzo sarà anche Panificio Notaro, nonostante il suo esercizio sia aperto. Lo ha comunicato pubblicamente sottolineando i motivi della decisione: “Solidarietà con tutti i colleghi pasticceri che hanno dovuto abbassare le saracinesche e non stanno lavorando - afferma Roberto Notaro, titolare del panificio - Evitare ulteriori uscite per cose tutto sommato futili (ci sarà tempo e modo di mangiare zeppole in futuro, con maggiore serenità). E poi vorremmo dedicare questo giorno più alla preghiera a San Giuseppe che alla festività in sé”.
Mentre tutta la categoria dei pasticceri ringrazia su facebook Roberto Notaro per la sua vicinanza, sul discorso delle uscite interviene ancora una volta il sindaco di Galatina Marcello Amante.
“Mi preme tornare a sottolineare l’importanza del rispetto delle restrizioni a cui tutti siamo chiamati - afferma il primo cittadino - L’uscita da casa è giustificata solo per motivi di impellente necessità e di urgenza, che vanno autocertificati. Anche nella giornata di oggi quindi i controlli delle forze dell’ordine avranno l’obiettivo di far seguire le direttive in modo puntuale. Non è il momento di abbassare la guardia. Siamo ancora nel pieno dell’emergenza sanitaria e siamo tutti chiamati a responsabilità, anche in un giorno che solitamente è di festa, ma che quest’anno ci impone prima di ogni cosa buon senso e unione di intenti”.
Insomma non sarà una festa del papà come le altre. Ma d’altra parte nulla in questi giorni ha il sapore dell’abitudine e della certezza. Non si può fare altro che chiudersi nel calore della propria famiglia, ricercare nei propri cari una zona di confort tangibile e lì ringraziare i nostri papà, ovunque essi siano, per quello che ci hanno sempre dato in termini di esempio, dedizione e amore.
Ora tocca a noi figli.
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