"Se l'obbiettivo è riempire la piazza"
Gentile direttore, quando l’ambiente e la cultura chiamano, io sento il dovere di rispondere. E così, a distanza di tempo dalla mia ultima epistola, e dopo averci pensato su molto tempo, ho abbandonato la mia lettura e sono tornata a scriverle per parlare non più di ambiente (anche perché ho tristemente constatato che alle parole l’assessore non ha fatto seguire i fatti, e questo mi rattrista perché credo ancora nella buona politica e credo sempre più nelle giovani generazioni, e non veder programmata alcuna iniziativa sull’ambiente rivolta ai più piccoli mi amareggia assai).
Eppure il nostro assessore andrà a formarsi alla scuola per giovani amministratori. Ciò significa che la formazione rivolta ai giovani è importante…), ma di cultura riprendendo quanto da lei scritto sull’iniziativa Salento Book Festival (l’articolo a cui mi riferisco è questo: http://www.galatina.it/piazza-piena-lucarelli-e-travaglio-ma-tanti-dubbi-sulloperazione-culturale). In particolare sono rimasta colpita da un passaggio da lei evidenziato, che riporto integralmente qui di seguito: ““Abbiamo bisogno di queste iniziative” - aveva detto intorno alle ore 21 un soddisfatto Marcello Amante. “Galatina ha deciso di investire sulla cultura” - era stata la sottolineatura di Cristina Dettù colpita da tanta partecipazione.”
Ma come giustamente sottolinea lei, è questa la cultura di cui noi abbiamo bisogno? Io ho un concetto di cultura molto diverso, più autentico e tradizionale. Anche meno commerciale aggiungerei.
Cultura è riuscire a riempire la piazza alla presentazione di un libro di un giovane sconosciuto alla platea. Cultura è valorizzare gli artisti locali, anche scrittori, aiutandoli ad emergere quando sono sconosciuti e non a glorificarli quando sono famosi. Cultura è insegnare ai bambini a conoscere prima e ad amare poi i libri. Cultura è coinvolgere la popolazione perché coscientemente interessata agli argomenti e non per semplice curiosità di vedere il “divo di turno” che ci rifila quotidianamente la tv spazzatura.
Per cui se l’obiettivo è riempire la piazza, l’obiettivo è stato raggiunto e ben vengano queste iniziative. Ma non definiamole né culturali né lodevoli, perché non vanno confuse né rimescolate con “il patrimonio delle cognizioni e delle esperienze acquisite tramite lo studio, ai fini di una specifica preparazione in uno o più campi del sapere”. Non vedo alcun progresso sociale nel presidiare ad un incontro con un personaggio famoso, e non vedo la necessità “investire su questo tipo cultura”.
Ora torno a leggere il mio libro, al fresco di un ombrellone e coccolata dal rumore del mare.
La saluto direttore ed auguro a lei e a tutti i suoi lettori buone vacanze.
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