Sarebbe stato bello ricordare che 120 anni fa nacque a Galatina Gaetano Martinez
Sarebbe stato bello vedere oggi, 14 novembre 2012, il doodle di Google dedicato al 120° anniversario della nascita di Gaetano Martinez, scultore galatinese che visse e operò a Roma dal 1922 al 1951, ecc. ecc., così come due giorni fa era dedicato al grande artista Rodin per il 172° anniversario della sua nascita. Sarebbe stato bello ma, che esagerazione...davvero è pretendere troppo. Sarebbe stato bello se, per l'occasione, si fosse pensato di invitare a Galatina scultori pugliesi per una mostra che avesse avuto come input alcune delle caratteristiche particolari della scultura di Martinez, magari con riferimento all'ultima produzione dell'artista, quegli altorilievi in terracotta che riescono a raccontare tanto della vita del nostro paese. Ma questa iniziativa avrebbe preteso un certo impegno organizzativo ed anche economico.
Allora, sarebbe stato bello che questo anniversario fosse stato visto come un'opportunità per ricordare Martinez invitando le scuole, a turno, ad una visita guidata presso il museo, dove ci sono due sale a lui dedicate (ricche di opere donate dallo stesso Martinez alla sua città), passando prima dalla casa natale, in via Toma, dove una lapide, a cui pochi fanno caso, ricorda proprio la figura dello scultore. Una giornata che raccontasse la vita dell' illustre artista galatinese, le cui sculture sono in tutta Italia ed in diversi paesi europei, ma che per molti galatinesi rimangono sconosciute.
Oppure sarebbe stato bello che gli scultori salentini avessero preso l'iniziativa di realizzare un'opera che ricordasse Martinez, così come egli stesso fece quando realizzò il busto in bronzo di Gioacchino Toma, posto al centro della omonima piazza a Galatina, proprio perché i suoi concittadini non dimenticassero mai le origini del grande pittore che visse e lavorò a Napoli, ma nacque proprio qui, all'ombra della basilica di Santa Caterina. Sarebbe stato bello...
Non resta che andare in piazza e soffermarci un po' di più, con più attenzione o addirittura con affetto davanti alla Pupa, la nostra "Lampada senza luce" che dal 1936 è lì che guarda scorrere attorno a sé la vita dei galatinesi, aspettando con pazienza che tutti, ma proprio tutti, si ricordino ogni tanto del suo autore.
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