Saper distinguere il grano dallo "scioju"

Quello di sabato 21 aprile è stato un sorprendente ed interessante caldo pomeriggio di primavera. L'appuntamento organizzato dalle associazioni Pro Loco Galatina, Comitato Terre &Salute: Agricoltura 2.0, La Bottega di Candida, La scatola di latta, Salemto km0 e Associazione di Medici ed Odontoiatri Co.me.bi.os di Copertino per imparare a riconoscere le erbe spontanee commestibili salentine passeggiando, si è rivelato un vero successo.
Nessuno si aspettava più di ottanta partecipanti che incoraggiati dalla bellissima giornata di sole, accolti da due simpatici spaventapasseri, si sono ritrovati a seguire un tecnologico Nello Baldari con tanto di microfono che descriveva le piante che via via si presentavano davanti agli occhi di grandi e piccini. Occhi capaci ancora di meravigliarsi davanti allo spettacolo di un immenso prato di Rosolaccio ormai in fiore.
Abituati a ritrovarla nel piatto cotta con le olive nere, la "paparina" oltre ad essere una delizia per il palato dei salentini è un piacere osservarla adesso che regala rosse opere d'arte degne di Monet. Si è passati dal profumo rilassante dalle Camomilla (varietà vera e falsa) al pungersi le mani toccando l'Asparagina e gli alti fusti di Cardo Mariano, pianta dalle innumerevoli virtù utilizzata fin dall'antichità.
Dispiaciuti per non poter raccogliere "na manescia de zanguni" perché ormai anche il Crespino è giunto a fioritura si è capita a grandi linee la differenza tra l'Avena e il Grano selvatico e Loietto meglio conosciuto come "Scioju".
Mentre Nello mostrava un bellissimo fiore viola di Lampascione e ne raccontava le numerose proprietà del bulbo che mangiamo in tante preparazioni, i bambini intonavano un coro di trombette ricavate con l'aiuto dei più grandi, dai fusti dell'avena selvatica.
Il gruppo dopo la passeggiata nei campi si è spostato nella Masseria "La fica" dove con un sottofondo di stornelli e poesie ha gustato i formaggi del caseificio accompagnati da un fresco bicchiere di vino e dalle vulie de la capasa e dalle fave verdi, tipica cena primaverile salentina degli anni passati. Rinfrancati, rinfrescati e con i volti abbronzati ci si è ripromessi di ripetere la piacevole esperienza.

Giovedì, 26 Aprile, 2018 - 00:07

Galleria