Roberto non ce l'ha fatta, donati gli organi

Nonostante gli sforzi dei medici del “Vito Fazzi” il piccolo Roberto Ragione, 10 anni, non ce l’ha fatta. La gravità delle ferite riportate nell’urto con la Mercedes, domenica attorno alle 13 a Trepuzzi, non gli hanno lasciato scampo. Il cuore del bambino ha cessato di battere attorno alle 11 di ieri mattina. Le condizioni del bambino, trasportato dopo l’urto in codice rosso presso la Rianimazione  del Fazzi, sono apparse subito disperate. Tanto che già nella prima mattinata i medici hanno riunito la commissione per procedere alla dichiarazione di “morte cerebrale”.
La procedura consiste nell’osservare le funzioni dell’elettroencefalogramma per sei ore.  Se alla fine di questo periodo tutti i parametri e le funzioni coincidono con la fase iniziale (quindi non si registrano variazioni, l’encefalogramma è piatto e l’attività cerebrale è assente), la commissione dichiara lo stato di “morte cerebrale”.
La commissione, nominata all’istante dalla direzione sanitaria dell’ospedale, è composta da un rianimatore, un anatomo-patologo e un neurologo. Durante le 6 ore di “osservazione” sono previsti accertamenti e prove.
I giovani genitori sono stati sempre a stretto contatto con l’equipe dei medici della Rianimazione. E ieri mattina hanno appreso la notizia dell’esito negativo, alla quale erano, in un certo senso, «preparati».   Tanto che nell’estremo gesto d’amore per il loro piccolo Roberto hanno autorizzato l’espianto e la donazione degli organi. La vita stroncata da una macchina sull’asfalto di una strada di Trepuzzi è servita a donare la speranza ad altri bambini in attesa di un organo compatibile.
Nel pomeriggio sono iniziate le procedure per l’espianto e la destinazione degli organi, gestita da un registro a livello nazionale e internazionale.
Dall’inizio dell’anno questo è il quarto caso di donazione degli organi nel Salento. Si spera in un cambiamento nella cultura della donazione iniziata la notte di San Silvestro a Casarano, dove un uomo di 77 anni morto di emorragia cerebrale, aveva donato gli organi.
Finora la solidarietà si è concretizzata nelle tre donazioni di fegato, reni e cuore, che nel 2016 hanno ridato speranza di vita a 11 persone beneficiarie del trapianto. A queste si aggiungono le vite di altri bambini salvati dalla generosità dei genitori del piccolo Roberto.

 

Martedì, 1 Marzo, 2016 - 00:05