Radiologia in crisi al 'Fazzi', mancano i tecnici

In preoccupante aumento all’ospedale leccese la domanda di Tac e risonanze. Richieste che arrivano da unità interne, ma anche da pazienti esterni, e che la struttura ospedaliera non riesce a smaltire in tempi ragionevoli. Per una Tac richiesta dal medico curante (per sospetta neoplasia o per coliche renali) l’appuntamento è per luglio 2017. Ma in lista di attesa ci sono oggi anche 500 pazienti in cura al day hospital oncologico. Per questi l’attesa varia da uno a due mesi.
Cos’è che non funziona, dal momento che ci sono 2 Tac e 2 risonanze a disposizione? Manca il personale: i tecnici di radiologia e qualche medico. Una carenza che si riflette pesantemente sull’intero percorso di cura ospedaliero.
A parte i malati di tumore, costretti ad attendere col fiato in gola anche due mesi per conoscere la natura della loro patologia, il «collo di bottiglia» della Radiologia colpisce soprattutto i pazienti ricoverati che non possono essere dimessi proprio perché manca la verifica finale della Tac. Sono diversi i primari che si lamentano perché potrebbero dimettere pazienti e liberare i posti letto. Invece sono costretti a tenersi il ricoverato per altri 4- 5- 6 giorni, con aggravio di spese ospedaliere (ogni giorno di degenza si aggira sui 600 – 700 euro).
Per contenere la lista di attesa dei malati oncologici, dalla fine di novembre scorso la direzione della Asl ha istituito sedute aggiuntive pomeridiane. Con l’utilizzo di un medico, un tecnico e un infermiere (pagati con lavoro straordinario e nel rispetto delle 11 ore di servizio continuativo) ogni pomeriggio si riesce ad esaminare 7 pazienti. Sulla stessa macchina inoltre si alternano un altro medico e un tecnico che effettua esami sui pazienti ricoverati dell’ospedale. Di più, dicono i tecnici di radiologia, non si riesce a fare.
D’altra parte i conti sono presto fatti. In organico i tecnici sono 31, ma il caposala Luigi Pignatelli può disporne solo di 21 (4 sono invalidi totali; 4 incaricati che lavoreranno fino ad aprile, 1 in maternità, 1 part time, legge 104, altri in permesso e in malattia). 21 unità che deve spalmare nei reparti dove c’è bisogno. A cominciare dalla saletta radiografica annessa al Pronto soccorso, la cui apertura, per almeno per 12 ore, è stata disposta nei giorni scorsi dalla direzione sanitaria su richiesta del primario, Silvano Fracella, per evitare che una quarantina di pazienti ogni giorno venissero mandati allo sbaraglio, alla ricerca della Tac. Altri 3 tecnici ogni giorno devono garantire la presenza in sala operatoria. E via elencando.
Ultimamente, dicono gli interessati, i compiti dei tecnici sono diventati affannosi, fino allo stress. Tanto che se ne sta discutendo in sede sindacale. Qualcuno si è chiesto: non potrebbero essere utilizzati parte dei 3-4 radiologi e dei 5 tecnici in servizio alla Radiologia di Campi, dove il carico di lavoro è inferiore?

 

 

Mercoledì, 20 Gennaio, 2016 - 00:04