"Puntare sul turismo ferroviario storico"

Le Ferrovie del Sud Est hanno indetto un bando per la demolizione di 60 rotabili ferroviari fuori uso. Si tratta in molti casi di carrozze risalenti agli anni ’50 e ’60, con le più antiche datate 1947, abbandonate da anni sui binari morti delle stazioni pugliesi. Eppure quelle carrozze, oggi lasciate in balia delle intemperie e di writers di dubbio talento, potrebbero rappresentare una ricchezza se solo avessimo la lungimiranza di puntare con decisione su un loro riutilizzo in chiave turistica.
Da anni Trenitalia, attraverso un’apposita fondazione, investe moltissimo nel turismo ferroviario, un asset di qualità in fortissima espansione. Nella sostanza, si tratta di viaggi in treno su littorine d’epoca lungo linee ferroviarie che attraversano paesaggi e itinerari inconsueti. Con a bordo enogastronomia, musica, servizi. I numeri del turismo ferroviario italiano parlano chiaro: nel 2017 i treni storici di Fondazione FS hanno effettuato circa 770 viaggi (+47% rispetto al 2016, +269% rispetto al 2014) trasportando circa 68mila 500 viaggiatori (+14% rispetto al 2016, +185% rispetto al 2014). Incassi complessivi per oltre 2 milioni di euro (+51% rispetto al 2016, +230% rispetto al 2014). Tutto questo soprattutto grazie a un’apposita legge, la n.128 del 2017, attraverso cui sono state riconosciute 18 tratte italiane di interesse storico, da Nord a Sud. Tra queste, la Avellino - Rocchetta in Campania, Sulmona - Roccaraso - Carpinone in Abruzzo e Molise, e la Agrigento-Valle dei Templi.
E la Puglia? Ha perso il treno. Per disinteresse o disattenzione o forse perché troppo impegnata a celebrare se stessa e i numeri di una crescita quantitativa basata su un turismo da discount, salvo poi scoprire - come è accaduto quest’anno soprattutto nel Salento - che non è proprio tutto oro quel che luccica. Ebbene, quello del turismo ferroviario potrebbe essere un piccolo ma significativo tassello di un’offerta complessiva di qualità che abbiamo il dovere di strutturare per attrarre un turismo sempre più consapevole e rispettoso dei luoghi e delle comunità. Un turismo non predatorio e che sia vera fonte di ricchezza per il territorio e non solo per il conto in banca di qualche società. D’altra parte, per quanto riguarda il turismo ferroviario non ci mancherebbe niente o quasi: abbiamo le tratte dismesse e i treni che marciscono. Quel che proprio non abbiamo è la capacità di immaginare come tutto questo possa tradursi in possibilità di sviluppo.
Per questo invito il governo regionale a prendere in considerazione le enormi possibilità che oggi offre il turismo su rotaia, a cominciare proprio dal bando di demolizione delle carrozze indetto da Fse. Per capire se di quelle 60 vetture che si vorrebbe dare al macero ve ne sia qualcuna di un qualche valore storico o potenzialmente utile a un progetto di rilancio in chiave turistica di servizi e infrastrutture ferroviarie. Faccio presente che in Puglia ci sono almeno 4 tratte dismesse che potrebbero essere recuperate da subito. Sono la Ferrovia Garganica, la tratta Gioia del Colle - Rocchetta Sant’Antonio (la tratta ferroviaria più vicina a Matera, che la sfiora a soli 15 km), il Circummarpiccolo di Taranto e il tronco ferroviario Gallipoli Porto. Senza contare il fatto che a Lecce esiste un museo ferroviario in cui sono ferme locomotive e littorine d’epoca che potrebbero essere messe in moto se solo qualcuno curasse la manutenzione. I mezzi ci sono, le risorse pure. Rimettiamoci sul binario giusto.

Giovedì, 20 Settembre, 2018 - 00:05