Progetto Jonico-Salentino per monitorare l'ambiente

Presentato ieri mattina a Bari, nella sede dell’Arpa il Progetto Jonico-Salentino, una costola del Centro Salute Ambiente della regione Puglia, che si focalizza sulle province di Taranto, Brindisi e Lecce. Il progetto nasce dalla necessità di dare risposte alle preoccupazioni delle popolazioni esposte agli elevati livelli di inquinanti ambientali nelle aree industriali di Taranto e Brindisi  e delle possibili ricadute in termini sanitari legate alle emissioni anche al di fuori delle aree di criticità.
A Bari, nella sede dell’Arpa, il professore Giorgio Assennato ha illustrato il progetto, che a Lecce è stato seguito in video-conferenza nella sezione di via Miglietta.
Prende corpo un progetto straordinario  di ricerca per definire l’impatto delle sorgenti di emissione di Brindisi e Taranto sulle matrici ambientali e sugli indicatori sanitari, con le ricadute anche  sulla provincia di Lecce, dove la percezione del rischio ha mobilitato i soggetti istituzionali.
L’obiettivo del progetto è di indentificare il rischio dei cittadini in funzione della «esposizione attuale», omettendo gli scenari pregressi. Gli impatti dovuti alla contaminazione del suolo, è noto, riguardano le acque, l’atmosfera e la catena alimentare, determinando rischi a volte gravi per la salute umana. Oggetto di studio saranno le fonti industriali, la combustione di biomasse, il traffico stradale e il radon.
Gli esiti sanitari considerati saranno quelli legati alla salute materno-infantile e  alle patologie respiratorie e cardiovascolari in età adulta.
La valutazione del rischio sarà fatta con metodi tradizionali e innovativi. Attraverso elaborazioni chimiche (del particolato atmosferico e agli idrocarburi. ), fisiche (meteorologia, radon e rumore) tossicologiche ed epidemiologiche . Questa procedura, di nuova generazione, considera tutti i determinanti della salute per ottenere una più accurata valutazione del rischio sanitario.
Il progetto comprende 2 sub-progetti: uno di carattere generale che considera tutta l’area jonico-salentina  e uno di dettaglio che si concentra sulle aree ad elevata criticità.
Un primo studio, basato sui dati reali forniti dalle centraline di Taranto, Brindisi e Lecce, si  completa con la valutazione della tossicità del particolato  utilizzando test «in vivo» (angiogenesi indotta sulla membrana di embrioni di pollo in ovo) e «in vitro» su cellule umane esposte direttamente a flussi di aria atmosferica  campionati. I test biologici consentono di identificare nuovi fattori di rischio.
Parallelamente verrà condotto uno studio sulla salute materno-infanile monitorando gli ambienti, lo stile di vita e l’esposizione dei bambini di età scolare a Taranto ed estendendo il progetto Mapec-Life per la provincia di Lecce e Brindisi. Verranno utilizzate strumentazioni di nuova generazione in grado di monitorare la concentrazione di metalli con proprietà neurotossiche  e inquinanti organici presenti nelle urine e nel sangue  dei bambini.
Dallo studio si attende una risposta sull’esistenza o meno di rischio sanitario inaccettabile per i cittadini delle tre province, anche alla luce dei preoccupanti dati che confermano ancora un eccesso di tumori polmonari nella provincia di Lecce.

 

 

Giovedì, 3 Marzo, 2016 - 00:04