Primarie, un appuntamento da non mancare
Non si può condividere l'atteggiamento di chi si lamenta della situazione politica nel nostro paese e poi adotta la tattica dell'assenza: al momento opportuno non agisce, rimane chiuso nella convinzione che, comunque vadano le cose, niente cambierà, quindi ogni forma di partecipazione diventa inutile. Le primarie sono un'ottima occasione per provare a scuotere un po' l'andamento deprimente della politica italiana, un'opportunità per cambiare la rotta che la navigazione a vista sta portando da una parte a delegare l'incarico del governo ad un gruppo elitario piovuto dall'alto, e dall'altra ad una protesta sempre più acuta a cui si vuole mettere le briglie anche con troppa forza.
Il verbo "rottamare" non è affatto disdicevole, visto che non è applicato alle persone ma al modo di fare politica di certe persone, alle loro idee vecchie e inadeguate ai tempi, ai loro giochetti trasversali che prevedono accordi sottobanco, anche tra "nemici" giurati, per mettersi d'accordo su come spartirsi la torta. A te le ASL, a me gli appalti delle grandi opere, a lui la gestione dei rifiuti... Peccato che la torta da spartire adesso è diventata tanto piccola che quando ne manca un pezzetto se ne accorgono tutti.
Ce ne accorgiamo tutti che la maggioranza sta a galla faticosamente mentre loro, quelli che si scandalizzano quando sentono il verbo "rottamare", non rinunciano a nessuno dei privilegi elargiti in tempi di vacche grasse. Ora le vacche sono magre, tanto magre che rischiano di morire e allora che si aspetta?
Abbiamo bisogno di un grande progetto di rilancio, abbiamo bisogno di qualcuno che si arrampichi sull'albero più alto e che sappia vedere lontano. Siamo stanchi di questo respiro corto, di chi sembra aspettare gli eventi per regolarsi di conseguenza, senza tentare di far qualcosa perché gli eventi cambino a nostro favore. Non si deve aver paura di mandare a casa chi è già stato fin troppo attaccato alla poltrona con vari incarichi, qui non si tratta di essersi stancati delle solite facce, ci si è stancati dei soliti cervelli. Abbiamo bisogno di idee nuove, di linguaggi nuovi, dobbiamo imparare a fidarci dei giovani senza ostacolare il loro avanzare.
Facciamo un piccolo esperimento: sediamoci in auto accanto ai vostri figli ormai diventati adulti e scopriamo come loro, alla guida, sono molto più capaci di noi, i loro riflessi più pronti, il loro modo di usare le nuove tecnologie molto più sicuro. E' solo una metafora per dire che, così come il genitore saggio sa quando è il momento di mettersi da parte, perché si rende obiettivamente conto che il figlio è maturo per fare meglio e di più, con meno sforzo e con idee e tecnologie nuove, così un politico che abbia davvero a cuore il futuro del proprio paese si mette in disparte e fa posto ad una classe dirigente giovane e competente, con l'orgoglio, casomai, di aver fatto un buon lavoro e di poter consegnare il testimone a chi può correre più di lui. Certo si può obiettare che non tutti i giovani sono capaci, non tutti i vecchi sono "out", infatti qui non si tratta semplicisticamente di un dato anagrafico, si tratta, fuori da ogni metafora, di un modo vecchio di analizzare, interpretare e interagire con la realtà politica, economica e sociale a livello nazionale ed internazionale.
Tra i leader politici italiani in questo momento non c'è molto da scegliere, e guardare al passato con nostalgia non serve a niente, bisogna invece dare la possibilità a chi si fa avanti coraggiosamente di dimostrare se vale e quanto vale veramente. Facciamolo con convinzione, senza trattenere lo slancio frenandolo con la paura del cambiamento, il cambiamento in certi momenti è davvero salutare.
A tutti i candidati delle primarie un grande in bocca al lupo, al più giovane, Matteo Renzi, l'augurio di non deludere mai i suoi elettori, di non perdere mai l'entusiasmo che lo contraddistingue con la raccomandazione di non farsi ingannare dai politicanti, vecchie volpi, di essere lui a cambiare la politica e non permettere che accada il contrario, di circondarsi di persone oneste, di non mettersi mai nelle condizioni di essere ricattabile. E se dovesse, per una fortunata combinazione di eventi, vincere le primarie e, una volta candidato alle politiche, diventare anche Presidente del Consiglio, la raccomandazione è di non affezionarsi più di tanto alla poltrona, di rimanere fedele a se stesso e guidare il governo italiano come ora guida quello della città di Firenze, con la stessa passione.
Buone primarie a tutti!
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