Presunto abuso su una bimba di 5 anni. Dal Pronto Soccorso all’inferno.

È accaduto nei giorni scorsi nell'Ospedale di Galatina. La Polizia sta indagando

Presunto. Un’etica professionale impone di usare questo aggettivo quando non si ha la certezza dei fatti e sono in corso delle indagini.
Ma quando in un Pronto Soccorso si presenta una bambina di 5 anni mettendo tutti in allarme per una possibile violenza subita, la percezione delle cose cambia inesorabilmente. Dentro e fuori.
Per la cronaca il Pronto Soccorso è quello di Galatina, ma non ci sono altri dettagli riguardo la provenienza della piccola o su chi l’abbia accompagnata in ospedale. Sono informazioni che poco importano, che servono solo a fare strani legami con la mente, supposizioni ecc.
Di certo per la bambina è stata necessaria una consulenza psicologica alla presenza dei servizi sociali. Il presunto abuso sarebbe avvenuto in famiglia, una famiglia già fragile per via della separazione dei genitori della piccola.
In qualunque modo siano andate davvero le cose, sulle quali la Polizia si sta muovendo celermente dopo aver acquisito i referti medici, quella povera anima è già all’inferno con tutti e due i piedi. Anche solo il sospetto di una violenza contro la sua innocenza rende tutto ovattato dal rumore di una spensieratezza già perduta, prima ancora di poter esplodere negli anni più belli. È il sintomo di qualcosa che non va, di un dolore che in certi momenti può nascondersi per poi venire fuori con rabbia e frustrazione, quando meno ci si aspetta una crisi.
I bambini sembrano non avere più braccia amorevoli in cui cullarsi. Gli adulti che dovrebbero difenderli li stanno straziando dallo spirito, lacerandone i corpi, uccidendoli in modo vile e atroce (difficilmente le immagini dalla Siria potranno essere dimenticate), lasciando ferite che non si rimargineranno mai del tutto.
Fino a che punto vogliamo rimanere inerti? Quanti occhi puliti dovranno sporcarsi del nostro sudicio egoismo e della grave malattia di seviziatori senza scrupoli?
Ci scandalizziamo, piangiamo, inorridiamo davanti a certi avvenimenti. Ma continuiamo a camminare all’inferno, come fosse la passeggiata della domenica.


Venerdì, 7 Aprile, 2017 - 00:10