Più plaid per tutti
Come si dice? “Mai potrai smettere di amare la terra con cui hai condiviso il freddo”. E, in effetti, smettere di amare il Cavallino Bianco non è cosa contemplabile da chi tanto ha sospirato per vederlo riaperto. Ma si faccia avanti chi si sente ancora i piedi e non ha starnutito almeno una volta uscendo dal teatro storico di Galatina ieri sera.
Se l’intento era ricreare l’ambientazione in cui nacque Gesù più di duemila anni fa, è stato raggiunto completamente. Amara ironia a parte, il freddo è stato compagno poco gradito di un concerto, quello di Rossana Casale e del suo trio jazz, che sulla carta avrebbe dovuto essere un momento di riflessione importante sull’idea di un Natale che non è solo luci e regali.
Fin dall’introduzione del nostro bravo Fausto Romano, era chiara “l’aria che tirava”. Un contorno che ha disorientato e ha distratto gli spettatori, non concedendo ad anima viva (ma ibernata) il giusto raccoglimento che una serata così innovativa meritava.
Non la solita scaletta di canti natalizi popolari, ma una rivisitazione di pezzi poco noti che la voce della Casale, insieme all’intimistico coinvolgimento dei maestri Emiliano Begni, Francesco Consaga ed Ermanno Dodaro, hanno cesellato su pentagrammi adatti a un orecchio allenato e pronto per un linguaggio tanto particolare.
Adesso l’attesa è tutta per Nicola Piovani, la cui performance è prevista per il 29 dicembre. Qualcuno ieri, lasciando il teatro prima che il concerto fosse concluso, ha osato dire: “Se non risolvono la questione freddo, tutti diserteranno martedì prossimo”. No, dai. Siamo certi che l’organizzazione è già al lavoro per evitare qualsiasi inconveniente e per far sì che gli applausi per Piovani siano esternazione di entusiasmo e dedizione, non l’unico esercizio possibile per riscaldarsi. Merry Christmas!
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