Nuove assunzioni nella Asl di Lecce

La delibera, che dovrebbe essere approvata dalla giunta a giorni, prevede l’utilizzo di circa 60 milioni di euro per sbloccare le deroghe ferme da due anni e consentirà l’assunzione di circa 1.300 fra medici e infermieri. La notizia, diffusa nei giorni scorsi dal quotidiano La Repubblica, è stata «rimbalzata» dal direttore del Dipartimento della Salute Giovanni Gorgoni.  La vitale boccata di ossigeno consentirà ai vertici della Asl di affrontare l’estate alle porte con meno affanno.  E’ stato stimato che, considerato un importo medio di circa 45mila euro per ogni assunzione, dovrebbero entrare in corsia almeno 1.300 fra medici e infermieri.
Nei giorni scorsi i direttori generali sono stati convocati a Bari per fare il punto delle singole esigenze e stabilire l’entità delle fette da destinare a ciascuna delle 6 Asl pugliesi. Il colpo grosso lo farà la Asl di Taranto (pare che sia la più carente) alla quale andrebbero 15 milioni. Dalla Asl di Lecce il direttore Antonio Sanguedolce  fa sapere che «dalla regione non sono pervenute ancora indicazioni precise».
In ogni caso si stima che alla Asl di Lecce dovrebbero arrivare non meno di 10 milioni di euro.  Parliamo quindi di circa 220 – 230 nuove assunzioni.    Solo al “Vito Fazzi”, serve personale al reparto di Ortopedia, che in estate dovrà affrontare l’aumento della traumatologia della strada. Al Pronto soccorso, dove il primario Silvano Fracella è rimasto con soli 7 medici, mentre il direttore generale Silvana Melli ha espresso la necessità di tenere aperti 2 ambulatori dei codici bianchi e verdi. Ma non va meglio ai reparti di Immunologia Trasfusionale, dove la raccolta di sangue festiva segna il passo; o la Neurologia, che non riesce a dimettere i pazienti per mancanza di posti nella riabilitazione.
Proprio Giovani Gorgoni di recente ha stimato che nell’area dell’emergenza-urgenza servono in Puglia  770 medici, 870 infermieri e 800 operatori socio sanitari.
Il personale di nuova assunzione verrà utilizzato dalla Asl per le esigenze indicate dall’azienda, senza alcun vincolo da parte della regione. L’unica prescrizione: il limite di spesa deve essere inferiore dell’1,4 per cento rispetto a quello del 2004.

Venerdì, 6 Maggio, 2016 - 00:04