“Salute e turismo nel Salento”
Il progetto si chiama “Salute e turismo nel Salento” e si propone di invertire il flusso dei viaggi della speranza. Parliamo di primari e di specialisti ai vertici delle organizzazioni mediche nazionali che si sono formati e affermati nelle più accreditate università e strutture sanitarie del nord; soprattutto Lombardia ed Emilia Romagna. Il progetto è stato illustrato nel corso del convegno “Terapia infiltrativa o protesi nelle artrosi distrettuali?”, che si è tenuto sabato scorso presso l’Auditorium dei “Giardini di Atena” a Lecce, organizzato dal centro medico Medinforma che si occupa di formazione, informazione, prevenzione e cura.
Lucio Catamo, chirurgo ortopedico originario del Salento, è il responsabile dell' Unità di Ortopedia di “Villa Torri” di Bologna e direttore scientifico del convegno e di Medinforma. «L’obiettivo è quello di coinvolgere nel Salento i medici di medicina generale per dire che il ricorso all’ortopedico, alla chirurgia e alle protesi deve essere l’ultima delle cose che noi dobbiamo fare. Vogliamo sensibilizzare i medici di famiglia del Salento e spingerli a seguire con più proficuità i pazienti artrosici. Che oggi, con l’aumento dell’età media, sono sempre più numerosi».
L’osteoartrosi è una malattia cronica che colpisce in Italia oltre 4 milioni di persone determinando costi per oltre 6,5 miliardi di euro. L’Italia è il paese che impianta più protesi in tutta l’Europa, più che in Usa.
Allora, cosa bisogna fare in presenza di dolori articolari che affliggono tanti anziani e non solo?
«L’articolazione è come una serratura che nel tempo si rovina – spiega il dottor Catamo – Va quindi usata bene, con regolarità e continuamente lubrificata. Il sovrappeso e l’uso incongruo determinano un’alterazione».
Il percorso terapeutico è lineare. Si va dal medico di base che invierà il paziente presso lo specialista che tratterà la patologia, spesso invalidante, con farmaci adeguati.
«Farmaci e terapie fisiche appropriate – spiega l’ortopedico primario a “Villa Torri” – Noi proponiamo infiltrazioni di sostanze oggi molto diffuse e valide, come l’acido ialuronico e il gel di piastrine, che viene messo nelle articolazioni per fare durare a lungo le serrature».
Se non sono sufficienti le infiltrazioni (nell’1% dei casi) come trattamenti conservativi, si ricorre al chirurgo, «il quale può proporre, ancor prima della protesi – sostiene Catamo - un’artroscopia, una pulizia e quant’altro».
Catamo ha mantenuto tutti i legami con il suo Salento. Ed è nel Salento che intende riportare i medici salentini che si sono affermati altrove. Nel corso del convegno è stato attivato un collegamento skipe con Rino Palma, presidente dell’associazione degli Otorinolaringoiatri, leccese che opera a Milano, e con Roberto De Castro, chirurgo pediatra salentino, primario a Bologna.
Tutti insieme, i “salentini di ritorno”, sono decisi a far crescere il Salento, convinti che saranno i lombardi, gli emiliani e i “nordici” a venire a fare le vacanze nel Salento, dove saranno curati dai loro stessi medici, salentini, che oggi lavorano al nord e dove potranno godere di un ambiente e un territorio che ha ancora molto da offrire.
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