Il silenzio dei tubi innocenti

Il piccolo putto ieri mattina era lì come sempre a osservare, fisso sulla colonna del portone centrale della Chiesa Madre. Guardava attentamente quello che succedeva nella piazza, nel “salotto buono della città di Galatina”. Era particolarmente agitato, teso a tal punto che quell’inquietudine gli diede, per qualche minuto, la forza e la possibilità di animarsi e librarsi liberamente sulla piazza.
Credeva che cambiando punto di vista si sarebbe rasserenato. Era certo che variando prospettiva avrebbe trovato pace al suo tormento ma il freddo acciaio dei tubi innocenti che coprivano la facciata della meravigliosa chiesa barocca, di cui egli stesso era parte integrante, lo afflissero ancora di più. Quell’enorme palco d’acciaio usato per spettacoli d’intrattenimento musicale, montato all’interno di piazza San Pietro con il suo carico assordante di casse acustiche, nell’indifferenza totale degli addetti alla tutela dei beni architettonici, fu per il piccolo putto motivo di vera tristezza.
Vide la porta centrale della chiesa spalancata e vi entrò per cercare riparo dal ripugnante spettacolo d’acciaio che deturpava la piazza. Nel silenzio e senza luce, gli si presentò la navata centrale della Chiesa Madre di Galatina. Il silenzio dei tubi innocenti dell’impalcatura, posta per i lavori di restauro, ridisegnava il profilo di quel luogo sacro.
Da circa tre anni quel freddo acciaio occupa lo spazio principale della chiesa: tre anni per il restauro di un semplice acquerello, tre anni di noleggio del ponteggio d’acciaio con relativo dispendio, tre anni di festa patronale vissuta nel totale disagio da parte dei fedeli, costretti a partecipare alle celebrazioni eucaristiche in diretta video dalla navata di destra, tre anni di totale interdizione ai tanti turisti che vengono a visitare Galatina.
Il piccolo putto, stanco, sconsolato e con tanta amarezza negli occhi, ritornò nella posizione assegnatagli dallo scultore.
Piazza San Pietro, centro e motore di identità collettive ed urbana, è divenuta polo per una moltitudine di riti. La piazza, deturpata di quell’armonia architettonica originaria, oggi è utilizzata per nuove funzioni in cui i riti si sono gradualmente spostati in ambito profano.
Riconsegnare dignità a quello spazio sacro diventa imperativo per tornare oltre che a godere dello splendido ed imponente barocco della Chiesa Madre, anche la socialità di un popolo.
Ridare, nel più breve tempo possibile, la fruibilità della Chiesa dei Santi Pietro e Paolo ai galatinesi, significa ricreare l’unità dei fedeli intorno alla chiesa matrice, simbolo materno di accoglienza e unione fra tutte le parrocchie cittadine.  Nessun galatinese ne può fare a meno.

 

Martedì, 19 Agosto, 2014 - 00:08

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