'Una vita da bancario', l'antistress a strisce
È uscita, edita da Festina Lente Edizioni, l’ultima fatica letteraria di Alfio Leotta, Una vita da bancario, pregevole prova del disegnatore più conosciuto col nome d’arte di Fleo. Il punto di partenza di Leotta è l’autoironia, la voglia di prendersi in giro, ma anche di raccontare una parte di sé, essendo stato egli stesso un bancario. Uno degli scopi di Fleo è quello di smontare la stereotipo che dipinge i bancari come uomini e donne dalla vita facile, adagiati sulle loro poltrone a maneggiare denaro, sicuri del posto fisso e con lo sguardo al futuro reso tranquillo dalla certezza di una comoda pensione.
Le continue gag, alcune in grado di strappar sorrisi, altre capaci di far letteralmente sganasciare il lettore, sono il mezzo attraverso cui l’autore racconta un mestiere che negli anni, soprattutto in quelli della crisi, si è progressivamente modificato, rendendo traballante la sedia di chi lo svolge, che deve continuamente inventarsi nuovi stratagemmi per catturare il cliente e rendere il suo prodotto accattivante e desiderabile, a volte creando o trovandosi in situazioni assolutamente surreali.
Il galoppante sviluppo dell’era tecnologica poi, fornisce al bancario un nuovo collega, il computer, che cessa di essere un semplice mezzo, per diventare un compagno di lavoro vero e proprio, con cui parlare, ridere, arrabbiarsi e di cui, ad un certo punto, aver paura. E si perché ciò che può fare un uomo potrebbe farlo il suo calcolatore elettronico, a costi ridotti, con un margine d’errore decisamente più basso e, soprattutto, più velocemente, cosa che, nel mondo governato dalla logica del profitto, è tutto.
Una vita da bancario è un’opera che rilassa, fa ridere, ma fa anche un po’ riflettere, tre caratteristiche che lo rendono una lettura da non perdere e magari, da utilizzare come antistress in quei giorni in cui i problemi, lavorativi e non, sembrano soffocarci.
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