Grazie, Matteo!

Il giorno dopo possiamo dire che queste primarie del PD sono state un successo. Non tanto o non solo per il risultato finale, per chi ha scelto Bersani, quanto per il modo con cui sono state condotte dall’una e dall’altra parte. Chi ha visto lungo sapeva già dall’inizio che la partita sarebbe stata giocata da due persone, Renzi e Bersani, e che non ci sarebbe stato spazio per nessuno, non per Puppato e Tabacci, obiettivamente elementi di “disturbo” ben poco influenti, ne per Vendola che, nonostante il suo folto elettorato, non avrebbe potuto pescare nel bacino di Renzi. Finita la partita è Bersani, più di tutti, a dover ringraziare Renzi per la boccata d’aria fresca che ha portato nelle primarie, per la sveglia che ha fatto suonare in tutta la politica italiana, per il coraggio e la generosità con cui si è battuto, per le parole che ha usato sempre efficaci ma mai offensive o urlate. Uno stile che rivela non un fatto di forma ma un contenuto fondamentale: la convinzione che la democrazia debba restare al primo posto, sopra ogni altra intenzione e valutazione. Chi pensava a disordini e contestazioni durante le votazioni del 2 dicembre è rimasto deluso, non ha potuto accusare Renzi di fomentare i suoi per trainarli fuori dal PD. Strano trovarsi di fronte ad un candidato che rispetta le promesse fatte prima delle votazioni e ribadisce la sua lealtà al leader scelto dai cittadini, senza chiedere qualcosa in cambio. Per tutto questo Renzi se lo merita proprio un grazie da tutta la politica italiana e, se posso dire la mia, lui stesso si accorgerà che non è vero che perdendo le primarie ha perso l’opportunità di cambiare la politica in Italia, la sta cambiando comunque, la sterzata sarà meno visibile, ma c’è e continuerà a manifestarsi sempre con più evidenza soprattutto se sarà vero che alle politiche i “renziani” daranno una mano a Bersani. Tutti faranno i conti con Renzi, anche la destra che sembra in avanzato stato di decomposizione e procede balbettando verso qualcosa di nebuloso ed indefinito.

Ancora un grazie a Renzi perché, se si guarda al quadro politico di appena un anno fa, ci si accorge che il fermento ha ricominciato ad agire e che molti assenti per disgusto o per pigrizia si sono rimessi a discutere di politica e soprattutto hanno ricominciato a sperare nel cambiamento.

La palla ora è a Bersani che si spera mantenga i propositi espressi nel discorso di ringraziamento dopo i risultati definitivi: dare spazio alle nuove leve e alle loro nuove idee. Aspettiamo con fiducia che questo accada.

Martedì, 4 Dicembre, 2012 - 02:09