Sergio Staino in una serata indimenticabile di pensieri e sorrisi
Si può raccontare un evento, come l’incontro di Galatina con Sergio Staino, cominciando dalla fine? Mi prendo la libertà di farlo proprio perché al termine di una serata indimenticabile, sullo schermo bianco sono apparse le immagini di un vero e proprio capolavoro. Un capolavoro che, in poco più di tre minuti, ha provocato una grande emozione nel pubblico numeroso ed entusiasta che affollava il chiostro del Palazzo della Cultura: “Il vecchio e il bambino”, canzone-poesia di Francesco Guccini, illustrata dal segno e dal colore di Sergio Staino. Bobo interpreta il vecchio che prende per mano un bambino, in un luogo desolato, terreno di guerra, e comincia a raccontare, immaginando lo stesso posto pieno di grano rigoglioso, di profumi e colori, qualcosa che il bambino non ha mai visto. Il bimbo si affida al vecchio, chiedendogli di raccontare ancora un’altra storia e mentre si allontanano dando le spalle, sulla giacca del vecchio compare la bandiera di Israele e al collo del bambino si vede quella della Palestina. Un meraviglioso cortometraggio che sintetizza magistralmente problematiche di cui si potrebbe parlare per ore.
Dicevo, quindi, una serata indimenticabile, con un protagonista di eccezione come Sergio Staino, disegnatore satirico di fama internazionale, che ha voluto raccontare come il più affascinante degli affabulatori, la storia della sua vita e della sua carriera.
Le brevi note biografiche, accennate da Dino Valente nel ruolo di “conduttore” dell’evento, sono servite solo come invito a quel fiume in piena rappresentato da un intreccio di aneddoti, episodi di vita vissuta, ricordi di un passato ricco di nostalgia e di ottimisti sguardi verso il futuro.
Nato in provincia di Siena, in campagna, laureato in Architettura e insegnante per diversi anni nelle scuole medie, il giovane Staino aveva dalla sua tanti ottimi elementi per avere successo come disegnatore satirico: l’essere un “toscanaccio” doc, conservare vivi i valori forti di chi ha in sé la concretezza del vivere in campagna, sapersi esprimere attraverso il disegno, l’aver attinto dal mondo dei giovani più di quanto si possa immaginare. Così nel 1979 imbocca la via del fumetto, dalla sua matita nasce il personaggio fortemente autobiografico di Bobo e compie il grande salto: manda le sue strisce al giornale Linus dove viene accolto a braccia aperte e dove inizia la sua luminosa carriera artistica.
Dopo aver gustato tutta una carrellata di strisce riguardanti la vita di coppia di Bobo, i rapporti con i figli, le delusioni e le aspettative in campo politico, la serata non poteva finire senza fare precisi riferimenti alla politica dei nostri giorni. Così Staino, incalzato dal “compagno di palco”, ha voluto raccontare qualcosa di D’Alema, Occhetto, Epifani, Renzi e Bersani, del suo PD visto attraverso le lenti di Bobo, nel bene e nel male, usando le armi affilatissime della satira.
Il tempo è volato in compagnia di Bobo e il regalo finale ha compensato solo in parte il dispiacere per la fine dello spettacolo, ma sicuramente, se fosse stato un concerto, avremmo chiesto il bis più e più volte.
Termino parlando dell’inizio della serata, del simpatico saluto del Sindaco Cosimo Montagna, della soddisfazione di chi ha saputo organizzare una serata d’eccezione, Daniela Vantaggiato, a cui va un particolare ringraziamento per aver fatto conoscere a Galatina un maestro come Sergio Staino che ci auguriamo di rivedere ancora, magari proprio in occasione della riapertura del teatro Cavallino Bianco, così come auspicato dallo stesso Sindaco.
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