"Attenzione ai crampi di calore!"
Il caldo africano non molla. Lo sanno bene i sanitari del Pronto soccorso del “Vito Fazzi” che registrano un incremento di circa 60 pazienti al giorno. In questo periodo si passa dai 200 arrivi ai circa 260. Patologie legate per lo più alla traumatologia e al caldo infernale. Salute Salento ha chiesto al primario del Pronto soccorso del “Vito Fazzi”, Silvano Fracella, a cosa è dovuto l’incremento degli accessi.
«In questo periodo aumentano non solo gli incidenti stradali lungo le arterie che conducono al mare – osserva Fracella – ma anche i traumi legati alla vita notturna, alla disattenzione, all’attività in mare, come tuffi, cadute sugli scogli».
Due patologie sollecitano soprattutto l’appello del dr. Fracella: i crampi muscolari legati al «colpo di calore» e l’attività fisica, praticata sotto il sole cocente, da ciclisti, podisti, artigiani, carpentieri, stradini…
«Si chiamano “crampi da calore” – spiega il responsabile del Pronto soccorso – e si manifestano per la perdita di sali minerali ed elettroliti dovuta all’intensa attività fisica e conseguente sudorazione. Sali che se non vengono reintegrati producono crampi, mal di testa, senso di nausea e debolezza».
Come ci si accorge che si è vittime di un “colpo di calore”, a parte il gran caldo che si avverte?
«In genere il paziente accusa vertigini, malessere, debolezza, senso di svenimento, calo di pressione, mal di testa, cefalea, e, spesso, crampi muscolari».
L’altra «leggerezza» che il dr. Fracella consiglia vivamente di evitare, è l’attività sportiva che ciclisti, podisti, tennisti e atleti praticano sotto il sole infuocato. «Ho notato – dice il dr. Fracella – dei ciclisti che alle 15 del pomeriggio pedalano sotto il sole. L’attività fisica muscolare fa aumentare la temperatura, la sudorazione eccessiva espone di più ai colpi di calore e alimenta le patologie da calore. La disidratazione – ammonisce - può portare all’edema cerebrale da colpo di sole».
Cosa si deve fare in presenza di un colpo di calore?
«Si deve raffreddare il corpo subito con delle spugnature fredde. Si possono mettere degli impacchi di ghiaccio alle zone di snodo dei grossi vasi, come all’inguine, ai lati del collo (carotidi) e sotto le ascelle. Bisogna abbassare la temperatura del corpo anche facendo bere liquidi freschi, non ghiacciati. Perché se la temperatura supera certi valori c’è il rischio di edema polmonare».
Infine, ad incrementare gli accessi, ci sono le patologie estive legate ai disordini alimentari (gastroenteriti, le ustioni solari (le fotodermatiti, gli eritemi solari..) e un incremento di febbri nei bambini per le malattie infettive, come il morbillo.
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