"Mi manchi, papà". E la perseveranza di una figlia innamorata tiene in vita uno sconosciuto
La sceneggiatura di un film perfetto, emozionante, incredibile. La trama di un libro che porta da un'altra parte, sfondando le pagine con l'immaginazione. Ma questo non è il presente. Chissà, forse il futuro. Il presente è storia di persone vere, strette nel dolore e legate oltre ogni idea di confine. La storia di Chastity e Brad è la storia dell'anima che sopravvive alla morte, dell'attesa che dà speranza, dell'accettazione che non è rassegnazione, dell'amore che al silenzio delle tombe insegna il canto della vita.
Chastity Patterson, 23 anni, Newport, Arkansas, per quattro anni ha continuato a scrivere messaggi al padre morto di tumore. Lo ha fatto come farebbe una figlia lontana da casa per raccontare a un genitore quotidianamente quello che le accade.
Per quattro anni il suo è stato un monologo, consapevole e confortante, utile per fare ordine nel caos che una perdita così importante può portare nella propria esistenza.
Ma nel quarto anniversario del suo lutto le è arrivata una risposta.
Negli Usa succede spesso che un numero inattivo venga riassegnato. Quello del padre di Chastity è andato a un uomo, Brad, che per quattro anni ha ricevuto i messaggi della ragazza, senza mai dare un cenno, fino a qualche giorno fa.
"Sono passati quattro anni da quando ti ho perso - ha scritto Chastity - e non passa un singolo giorno senza che io non senta la tua mancanza". La giovane ha raccontato di aver battuto il cancro, di aver finito il college e di essersi laureata con il massimo dei voti, di essersi innamorata e di essere stata profondamente delusa, ma anche di essersi risollevata ed essere diventata una donna ancora più forte. "Ho perso i miei amici e ho toccato il fondo - ha continuato - ma ho trovato qualcuno che è entrato nella mia vita e mi ha salvata! Sono intimorita dal matrimonio perché dovrò camminare in quella lunga navata da sola e tu non sarai lì a dirmi che è tutto a posto. Sto facendo benone, saresti così orgoglioso della donna che sono diventata…".
"Ciao tesoro, non sono tuo padre, ma ho ricevuto tutti i tuoi sms negli ultimi quattro anni. Attendo con ansia i tuoi messaggi mattutini e i tuoi aggiornamenti notturni. Mi chiamo Brad, ho perso mia figlia in un incidente d’auto nell’agosto 2014 e i tuoi messaggi mi hanno tenuto in vita".
Nessuno forse avrebbe potuto mai costruire una storia così, perché un'emozione così palpabile eppure così eterea non può avere impalcature fittizie su cui salire per vedere il cielo. In cielo ti porta in modo naturale, senza lasciare spazio a niente se non al cuore. La morte, che è per chiunque una lama sempre affilata nel suo dettare il ritmo lentissimo dell'assenza, è qui causa di una tenerezza straordinaria perché non deve essere spiegata. Tiene in vita anche ciò che non si vede, fa battere anche ciò che è fisicamente separato e trova consolazione in modi inaspettati.
"Quando scrivi so che è un messaggio di Dio - continua Brad - Mi dispiace che tu abbia perso qualcuno di così caro, ma ti ho ascoltato nel corso degli anni e ti ho visto crescere più di chiunque altro. È da tempo che mi sarebbe piaciuto risponderti, ma non volevo spezzarti il cuore. Sei una donna straordinaria e mi sarebbe piaciuto che mia figlia fosse diventata come te. Grazie per i tuoi aggiornamenti, ogni giorno mi ricordi che un Dio c’è, e che non è colpa sua se mia figlia se n’è andata…Mi dispiace che tu abbia dovuto passare tutto questo, ma se può farti sentire meglio, sono davvero orgoglioso di te!".
Nel dolore una strada di pace, un'emozione reciproca. Nella morte una dimensione nuova in cui può vivere altro, un sentimento puro, senza le corruzioni del mondo.
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