L'incubo del bisogno

Prendo spunto dal pensiero del giorno in testa a questo giornale il 21 giugno, che recita: "Gli uomini per essere liberi è necessario che siano liberati dall'incubo del bisogno". Estratto dalla raccolta di pensieri a cura di Pietro Perri vicepresidente della fondazione Sandro Pertini. Mi ero già trovato a sfogliare casualmente il testo poco tempo fa e nulla è più vero in quella frase come oggi.
Rifletto che, nonostante i tempi ci consentano un ampio margine di scambio intellettuale, liberi come siamo da vincoli di censura o da limiti imposti; la libertà che a tutti noi è negata è quella di scegliere effettivamente ciò che vorremmo essere, legati come siamo alla necessità di sopravvivere al quotidiano.
L'incubo del bisogno, quello reale, vissuto dal partigiano Pertini echeggia forte e diverso oggi ma sicuramente con una eco non meno intensa. Il bisogno ci porta a fare scelte di interesse e non di cuore, il bisogno cancella l'amore che a tutti noi è donato vergine venuti al mondo. Il bisogno cancella l'obiettività delle idee, inaridisce gli animi, porta a sè il peggio che viene poi donato agli altri.
Il bisogno uccide la dignità e influenza la scelta.
Tutti noi indistintamente abbiamo bisogno: chi di amare, chi di una carezza, chi di una famiglia, chi di essere ascoltato. La ricerca è specifica dell'essere umano, il bisogno arricchisce, è scoperta, aspirazione, propensione all'altro. La deformazione avviene quando il bisogno si tramuta in necessità di sopravvivenza e allora tutto è stravolto, le idee diventano ideologie senza forma, l'amore diviene interesse, la collettività viene cancellata e le persone diventano numeri da incasellare su dei tabulati.
Quello che mi auguro per il mio futuro e per quello di tutti noi è che il nostro bisogno divenga necessità sì, ma di partecipazione, di collettività, di senso civico e di appartenenza al territorio. Che le nostre scelte siano libere da vincoli o antipatie personali.
Che il bisogno di quella amata piazza piena di gente ribollisca, fermenti, partecipi, costruisca una piazza orgogliosa di avere quella necessità di confrontarsi, di crescere, di vivere lontana da sterili polemiche che alimentano solo momentanei livori. Non c'è certezza che il bisogno, quello legato alla mera sopravvivenza scompaia dalla nostra vita. Non c'è sicurezza che si deponga a noi sollevandoci dai quotidiani problemi che la vita ci presenta. C'è la consapevolezza che lo scambio a cui ho assistito su quella piazza parlava di gente che ha bisogno, sì. Bisogno di essere partecipe.

Domenica, 25 Giugno, 2017 - 00:06