"La serpe è in seno"

Qualche giorno fa in Virginia, a Charlotville, poi a Parigi, ieri a Barcellona. Domani? Auto sulla folla, falci che mietono vittime senza distinzione di età. E se i primi ad utilizzare questa tecnica bieca e vigliacca sono stati gli assassini mercenari dell'ISIS, che hanno fatto rimbalzare sugli schermi di tutto il mondo la loro sporca e insolente anima, pensando di piegare lo spirito seppur affaticato degli "infedeli" occidentali, ora questa tecnica la utilizziamo per farci fuori tra di noi.
Non avevo memoria, prima della nascita del mostro disumano che è l'ISIS, che si potesse uccidere come abbiamo visto ripetutamente fare, se non forse nell'immagine di qualche film dell'orrore, che stupidamente guardavo da ragazzo per ricercare delle paure dalle quali la quotidianità della vita di paese mi teneva al riparo. Ebbene, ci hanno insegnato come ucciderci tra di noi con le loro tecniche vigliacche, ci hanno insegnato che un'auto anonima, guidata da un qualsiasi maniaco ossessivo depressivo, scagliata sulla folla è incontrollabile e che, vedi i fatti di Torino, basta allargare le braccia in una piazza gremita di gente per provocare il panico! E noi, deboli e sfiancati dalla nostra millenaria civiltà, ci uccidiamo con i loro metodi.
L'orrore crea curiosità, la curiosità crea interesse, il passaggio all'emulazione è breve.
La serpe è in seno.
Il fatto che questi omicidi di massa si siano ripetuti più e più volte e che i responsabili non siano più dei gruppi organizzati di "combattenti", ma semplici cittadini in preda ai loro personali affanni, mette in luce la nostra fragilità e quanto sia facile appropriarsi della cattiveria altrui e usarla contro noi stessi, incapaci di prendere le redini dei nostri stati d'animo. Abbiamo imparato pazientemente ad essere analizzati da scanner negli aereoporti, a fare file interminabili allo stadio, ai concerti... Allo stato dei fatti, per quanto mi riguarda, la partita è ancora alla pari; gridiamo al mondo che la cultura della violeza non ci piegherà, facciamo finta di continuare a vivere le nostre vite continuando a viaggiare a muoverci nelle metropolitane del mondo, perché tutto deve essere come sempre è stato e le nostre esistenze non devono cambiare; di contro emuliamo l'azione del nemico. Questo sì mi rende indifeso: la consapevolezza che chiunque possa uccidermi ovunque, e non più per immolarmi all'altare del nemico, ma per esaltare la sua personale indole senza uno scopo, mi fa paura. Forse è il medioevo delle nostre anime, ma certo si sa che il medioevo terminò con una scoperta, forse il nostro terminerà con la riscoperta della nostra anima.

Venerdì, 18 Agosto, 2017 - 00:07