"La Grande Guerra 1915-1918 e la partecipazione dei Galatinesi "
Quest’anno ricorre il Centenario della Grande Guerra e il Centro Ecumenico Oikos “p. A. Lundin - in ricordo dei numerosi caduti – anche Galatinesi – lo celebra il 20 marzo 2015 alle ore 18:30 nella Sala “Pollio” della Chiesa di San Biagio a Galatina con una conferenza del prof. Pietro Congedo – studioso e ricercatore di storia locale - che in merito a tale argomento ha scritto un libro intitolato La Grande Guerra 1915-1918 e la partecipazione dei Galatinesi edito da EditSantoro.
La Grande Guerra segnò in modo indelebile le coscienze di quanti vissero quegli eventi. Fu occasione per molti, anche poeti e filosofi – davanti a quel massacro universale di uomini - di riflettere sul vero significato della vita. L’interesse degli storici nei confronti della I Guerra Mondiale non riguarda più l’aspetto politico e militare ma mira a mettere in evidenza il peso e l’effetto che questa ha prodotto sulla coscienza collettiva. Fu molto intensa, infatti, negli anni successivi la produzione di romanzi e racconti fondati sulle dichiarazioni dei sopravvissuti e questo interesse incentivò l’affannosa ricerca di diari e lettere di soldati al fronte. Fu messo in risalto soprattutto il sacrificio nella sua dimensione psicologica come offerta o azione sacra per eccellenza a Dio e alla Patria e certo non mancava la speranza di essere contraccambiati dall’Uno e dall’Altra con segni di benevolenza. I fanti però – a volte nemmeno ventenni – spesso considerati solo carne da macello, alimentati con le idee mazziniane, nazionaliste e caritatevoli, erano inviati al fronte con nel petto – sì l’amore per la Patria e per Dio – ma anche con ansie e inquietudini – queste sole - arrivati al Fronte, bastavano a distruggere l’innocenza dai volti e soprattutto dai cuori: erano partiti come ragazzi, morirono da adulti.
Colpisce dalle cronache di quelle battaglie l’ottusità dei comandanti e la stupidità degli ordini, la fatica delle truppe e il loro sforzo di rimanere fedeli alle disposizioni pur tra le atrocità delle fucilazioni sommarie, i corpi straziati, i tentativi falliti, il disordine organizzativo, le marce silenziose.
Ma quali furono i sentimenti, le considerazioni dei credenti – in maggioranza cattolici – nei confronti del conflitto? E l’atteggiamento della Chiesa e dei prelati? Ricordiamo le parole di papa Benedetto XV, che sconcertato per le innumerevoli perdite umane nella “Nota ai Capi dei popoli belligeranti” del primo agosto 1917, etichettò il conflitto come “inutile strage”. Nella nota il papa richiamava e invitava i capi delle nazioni alla fine della guerra e alla pace. Sono tre i motivi – afferma il papa nella nota – a spingerlo a questa richiesta: innanzitutto la perfetta imparzialità e neutralità verso tutti i guerreggianti, perché Dio è padre di tutti gli uomini e ama tutti come suoi figli; il secondo è lo sforzo di amare l’altro indipendentemente dalla sua cultura, nazionalità o religione; e terzo la cura assidua motivata dalla sua missione pacificatrice di portare tutti ad una “pace giusta e duratura”. Nel testo papa Benedetto XV non solo non esitò a definire la guerra “una follia universale” ma propose loro anche un accordo negoziale per cercare di superare le contese che ancora li dividevano. Il papa – leggiamo nella Nota – li esorta, li richiama alla responsabilità davanti a Dio e agli uomini, ma il suo tentativo di pace rimase inascoltato: troppi erano gli interessi, grande la cupidigia, forte il risentimento e la voglia di prevaricare l’altro.
Il libro del prof. Congedo non si limita ad una ricostruzione storica dell’evento ma prende in considerazione un altro ambito di ricerca, quello di ritrovare e raccontare la memoria dei caduti, ricostruire le esperienze e i sentimenti dei giovani galatinesi che partirono al fronte o che furono fatti prigionieri. Molti “sacrificarono la propria vita o la propria integrità fisica” per donarci una Italia unita. Per la prima volta abbiamo, grazie al prof. Congedo, un’approfondita ricostruzione storica della Grande Guerra; egli traccia in maniera dettagliata come questa fu vissuta al fronte ma non trascura ciò che avvenne a Galatina: la città tutta, infatti, si prodigò nell’assistenza ai combattenti e ai loro familiari. Attraverso un linguaggio attuale e fruibile da molti, il prof. Congedo ci consegna un compendio di informazioni e testimonianze che finalmente compensano le carenze in questo settore di ricerca.
La grande Storia, in realtà, è un mosaico composto da tante storie particolari e Galatina non ha esitato a dare il suo contributo. Questa storia straordinaria fatta di giovani - eroi loro malgrado – riconsegna alla laicità il suo ruolo e mette in guardia dal relativismo, dalla perdita di quei valori etici fondanti attraverso i quali sono stati edificate le civiltà e affermati i diritti dell’uomo, e invita, pertanto, alla riflessione per il futuro.
La conferenza sarà arricchita dall’intervento del prof. Pietro Giannini dell’Università del Salento che ne ha curato la prefazione e da un video documentario inedito realizzato da Gaia Bestagno che descrive la presa di Monte San Michele. L’incontro sarà presieduto dal parroco don Pietro Mele.
In ricordo di tutti i caduti, riporto la poesia di un anonimo trovata scolpita nella Galleria del Castelletto alle Tofane: “Tutti avevano la faccia del Cristo nella livida faccia dell’elmetto/ Tutti portavano l’insegna del supplizio nella croce della baionetta/E nelle tasche il pane dell’ultima cena e nella gola il pianto dell’ultimo addio” .
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