La carne e il sangue nella statua del Cristo morto

Il restauro del simulacro in cartapesta è durato circa cinque mesi ed è stato interamente finanziato dall'Arciconfraternita dell'Addolorata

La gioia e le emozioni provate la sera di martedì 24 marzo sono state tante e indescrivibili nel rivedere riposta nella propria teca, ripulita e adeguatamente illuminata, la statua del Cristo Morto recentemente restaurata. Don Aldo Santoro, Rettore della chiesa dell’Addolorata e l’Amministrazione dell’arciconfraternita della “Beata Maria Vergine dei Sette Dolori” esprimono profonda soddisfazione nell’aver raggiunto un altro obiettivo importante, da tempo nelle intenzioni, nonostante gli altri recenti lavori che hanno interessato l’edificio sacro.
L’intervento di restauro conservativo è stato eseguito dalla DEA XXI di Lecce, secondo i vincoli del “Codice dei beni culturali e del paesaggio”, dietro parere favorevole e sotto la direzione dei lavori della Sopraintendenza per i Beni Artistici, Storici ed Etnoantropologici di Puglia.
La statua in cartapesta policroma,  delle dimensioni di circa 170 cm, è stata presumibilmente realizzata sul finire del XIX secolo, in quanto già nel 1925 ha subìto, come da iscrizione riportata sul retro della stessa, un primo intervento grazie all’opera del Rettore del tempo, il canonico Antonio Albanese, persona molto attenta e cara alla confraternita.
“Nel tentativo di ricomporre l’aspetto estetico presumibilmente rovinato dalle processioni” si sono susseguite nel tempo varie opere di ridipintura della statua, rendendosi necessario il rivestimento delle gambe con della carta, per rinforzare la struttura. Pertanto, è stato rilevato dai tecnici, la parte superiore della statua del Cristo Morto è originale, così come realizzata dall’artista, mentre quella posteriore è stata completamente rifatta. Quest’Amministrazione, di comune accordo con il Rettore, impegnata nel custodire gelosamente i tesori affidati dai nostri padri, hanno ritenuto importante e doveroso affrontare quest’altro intervento in quanto, dopo l’ultimo avvenuto nel 1990, le condizioni della statua iniziavano a compromettere l’intero manufatto.
La DEA XXI di Lecce ha proceduto ad un’attenta e scrupolosa opera di pulitura completa (durata circa cinque mesi) con l’eliminazione delle varie ridipinture eseguite nel tempo, riscoprendo la statua nella sua bellezza originaria, mettendo in risalto alcuni particolari degni di attenzione: la bocca aperta dopo aver esalato l’ultimo respiro, il costato squarciato dalla lancia del longino, il colore della pelle, e altro ancora.
In un momento di silenzio e di raccoglimento spirituale, quel Cristo Morto sembra proprio esprimere, attraverso le sue piaghe sanguinanti, il dolore e la sofferenza subite in croce, allora come oggi, tutti i giorni a causa dei nostri peccati e delle nostre mancanze. Molto forte e sentita si dimostra la pietà popolare.
Per il raggiungimento del risultato sperato la confraternita ha compiuto enormi sacrifici, anche finanziari per aver attinto dalla proprie risorse in cassa, ma la straordinarietà di ciò che possiamo oggi ammirare è patrimonio comune di tutta la cittadinanza.
Pertanto, il Rettore e l’Amministrazione del Pio Sodalizio hanno deciso di esporre pubblicamente la statua restaurata la Domenica delle Palme fino alla mattina del mercoledì santo.
Alle ore 6:00 del sabato santo, con l’intervento del clero, delle autorità civili e militari, verrà portata processionalmente, insieme alla statua della Desolata, per le strade principali di Galatina.

Lunedì, 30 Marzo, 2015 - 00:07

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