Richiamo di sirene dal canto ammaliatore, calamita di cristallo. Mare, il tuo fascino non si adombra, neanche tra onde e marosi. Ma poi quasi ti ribelli a chi sfida la tua grandezza. E cala un velo nero su una domenica d'agosto. Coraggio o incoscienza? Forse solo animo generoso, di quelli che non guardano a sé, ma sempre al di là del proprio naso.
Oltre quello di Giuseppe Paladino c'erano tre ragazzi che si erano spinti al largo per fare il bagno. La costa cilentana è stata così palcoscenico di attimi di grande paura, firmati tristemente in calce dalla tragedia. Un tuffo, senza pensare alle conseguenze, ma solo alla possibilità di essere d'aiuto. L'avvocato 45enne della provincia di Salerno ha visto i giovani in difficoltà e ha tentato di salvarli, ma il mare lo ha travolto. I ragazzi ce l'hanno fatta, lui no. Che strana melodia hai intonato, Tirreno luccicante di tesori e nero di lutto? Quali regole seguono le tue correnti? Perché non perdoni?
Un atto di carità che sa di eroismo lascia una scia di sgomento mentre invita a riflettere. Sull'imprudenza, certo. Come quella di quei giovani e di tanti come loro che non prendono sul serio l'ira degli abissi. Sulla generosità, mosca bianca. Chi sacrifica oggi qualcosa di sé per gli altri? Chi arriva addirittura a mettere a rischio la propria vita per uno sconosciuto? Non lo si fa per chi diciamo di amare, vera e propria utopia per coloro di cui ignoriamo persino il nome.
Ti vogliamo credere ingordo di prodezza e audacia, caro mare, geloso di atti nobili. Per quell'Ulisse che non riuscisti a far tuo, oggi ti impossessi di nuovi intrepidi, bagnando la riva non più di schiuma salata, ma di lacrime amare. Eppure non possiamo fare a meno di ammirarti, di fissarti mentre cambi colore a seconda del momento del giorno in cui ti scrutiamo. Nell'abbraccio senza ritorno in cui tieni stretti i cuori delle infinite storie che custodisci, sii monito per chi non ti rispetta ed epitaffio di valore per chi, nell'attraversare le tue liquide membra, ti è stato amico.