"Il problema della politica è la politica stessa"

In dialogo con Edoardo Mauro

Caro Edoardo, leggo con tenerezza e rispetto i tuoi pensieri di ventenne, affidati ai "fogli" di un giornale. Rifletto su come sono cambiati i tempi, oggi i pensieri sono affidati allo sguardo rivolto all'obló di un aereo che, in 50 minuti, ti porta verso le fatiche universitarie. Non ne bastavano 10 di ore per leggere e rileggersi i pensieri quando si lasciava la propria cittá su di un treno, che certamente non profumava dei sapori di casa e tutto passava davanti a dei grandi finestri che, scompigliando il paesaggio, ti avvicinavano ai tuoi impegni. Le ore erano troppe pure per pensare!
Il tuo entusiasmo è contagioso, fresco e motivato, come quello che ha spinto molti prima di te. Il ciclico desiderio di rinnovamento, del quale tu fai parte, serve a rinforzare le fila di una classe politica avvezza al compromesso, che si nutre delle giovani menti come la tua.
Ma quanti di loro secondo te non sono partiti con le tue stesse buone intenzioni, seduti a un bar, davanti ad una "Ceres" ed un panino e diventati loro malgrado saltimbanchi della politica? Il problema del governo della cosa pubblica, il problema della politica è la politica stessa, che ha nel suo DNA compromesso e abdicazione. Di contro la politica è una cosa seria, molto seria. Quello che duole vedere è che nulla è cambiato perché anche nella tua generazione, come nella mia, la politica la si impara da soli, di politica si parla davanti ad una birra! Nessuno ce la insegna e questo è l'errore.
Chi di politica  vive, chi la politica, quella vera la conosce, se la tiene per sé e lascia la mia, la tua, le future generazioni a crearsene un'idea.
Penso che nulla cambierá, caro Edoardo, nulla. Perché anche tu ti scontrerai con le logiche del dare e dell'avere, del togliere e misurare che fanno parte del gioco. Gli ideali si scontrano con i bilanci, con i conti che non tornano, con gli incarichi politici, con l'aumento delle tariffe che devono coprire i buchi di bilancio. Allora rivedrai i pensieri affidati allo sguardo dei tuoi venti anni, di quelli che sono stati i miei 20 anni. Guarderai tutto con un'ottica differente. Sono sicuro che farai bene in futuro, sono sicuro che in futuro anche tu, capirai.
Daniele Francesco Mauro

"A chi esita"

Domenica, 14 Maggio, 2017 - 00:08