Il fango non vincerà

La bomba d'acqua che ha investito nei giorni scorsi Galatina, gettandola in un vero stato di calamità (che speriamo lo Stato riconosca) ha avuto nella Libreria Viva Athena una delle sue vittime più ferite. La vista delle foto di migliaia di libri galleggianti nel limo fangoso porta d'istinto a chiudere gli occhi fortissimo, per poi riaprirli e rivedere gli scaffali al loro posto, sperando nel dissolvimento dell'incubo.
Nonostante sia un grande appassionato di Stephen King, difficilmente avrei potuto immaginare un orrore del genere. Per chi ha formato e migliorato se stesso nel corso degli anni andando a cercare volumi che gli scuotessero l'intelletto, l'effetto è stato quello del tipo d'infarto peggiore, la rottura di cuore. La distruzione del deposito della libreria sembra un'incredibile ed azzeccatissima metafora del catatonico stato culturale della nostra povera nazione. Il fatto che il piano di sopra, quello aperto al pubblico sia rimasto perfettamente intatto, che la facciata sia la stessa di sempre, rimanda proprio al nostro stato attuale. Il fuori è imbellettato, meravigliosamente confezionato. La parte interna invece è inondata di nulla, sprofondata nella pioggia fangosa dell'ignoranza, della disinformazione, della scarsa attitudine alla lettura e tutto ciò che di negativo deriva da essa.
La perdita di 10000 libri è la più magistrale delle descrizioni della perdita del desiderio di migliorarsi. La passione per i libri è la vera rivoluzione odierna, poiché mentre il mondo di oggi presenta oggetti super costosi da consumare in fretta e subito, i libri costano poco, ma richiedono tempo, impegno e dedizione.
Ho sempre pensato che la frequentazione di una libreria sia il vero elettroencefalogramma di una città, la verifica della sua autentica vita. Per il libro non mi è mai piaciuta la definizione di semplice “oggetto”, perchè esso è di fatto l'interruttore che accende il cervello, se si comincia ad azionarlo fin da ragazzini e che conserva la funzione di generatore di emergenza quando la mente si sta offuscando.
La mia speranza è che la cittadinanza capisca quanto ha rischiato di perdere e quanto ancora rischia se Piero, Carlo e Stefano perdono il coraggio. La libreria è nata da un qualcosa di molto semplice: a Piero piaceva leggere, aveva sempre voglia di leggere, sperava che questa voglia contagiasse i suoi figli e poi pian piano tutti i suoi concittadini. Quel contagio deve continuare.

Lunedì, 29 Ottobre, 2018 - 00:07