Il coraggio di lavorare in silenzio

Occuparsi di ambiente è un dono. Occuparsi di ambiente in una pubblica amministrazione è una missione che parte dai banchi di scuola per passare dalle piazze con campagne di sensibilizzazione e giungere ai tavoli tecnici in cui ci si confronta con esperti della materia, con normative nazionali e comunitarie e con contratti alla mano.
Prima di tutto questo, però, c’è la visione diretta dello status della propria Città e del servizio che viene reso, di ciò che sta procedendo bene e di ciò che si può migliorare. Qualunque cittadino ha il diritto di conoscere il contenuto del capitolato d’appalto di Monteco (nel caso specifico) poiché pubblicato, senza alcuna restrizione, sul sito del comune di Galatina e che rappresenta il faro “di diritto” che guida l’intera attività di gestione dei rifiuti prevedendo, da contratto, anche penalità in caso di mancata realizzazione di alcuni servizi.
Il compito dell’Assessore all’Ambiente, in stretta collaborazione col Sindaco, è quello di monitorare assieme all’ufficio preposto l’assolvimento dei servizi, le soluzioni da adottare ad ogni evenienza, le alternative per rendere migliore un servizio in prima battuta indispensabile per la salute pubblica ed anche per la bella immagine che si intende dare a Galatina e a tutto il suo territorio.
Non dimenticando, ovviamente, il contrasto alla mancata educazione civica che si snoda incoscientemente in ogni dove. Allo stesso tempo, un amministratore deve essere in grado di dialogare con chi fornisce il servizio ai propri cittadini, confrontarsi con i responsabili e i lavoratori che ogni giorno cercano, con fatica e senso di responsabilità, di onerare al proprio dovere e onorare il lavoro. Ciò consente, migliorandosi, di ottenere un servizio sempre più puntuale. Il lavoro non urlato non è detto che non esista. Spesso si modula dietro le quinte al solo fine di garantire un ottimo risultato visibile a tutti.
E la “modulazione” richiede anche studio. Fortunato chi ha la curiosità, la passione, lo stimolo, chi non si stanca mai di sapere, di uscire dalla propria casa, conoscere nuove realtà e portare le proprie esperienze al servizio della Città. Fortunato chi ha il coraggio di prendere in mano un paese stanco, portato, anzi, trascinato negli ultimi anni in uno stato di pre-dissesto: è il coraggio di chi ama e non scappa di fronte a ciò che ha di più caro.
Bisogna avere coraggio certo e tanta pazienza per chi, ancora, instancabilmente continua a sottolineare “l’assenza forzata dovuta a studio” della sottoscritta senza sapere minimamente di cosa si stia parlando.
Abbiate coscienza di ciò che rendete pubblico. Abbiate coscienza non per me ma per tutti quei ragazzi stanchi e considerati sempre inadeguati proprio da chi millanta coraggio e si nasconde dietro un cognome appuntato o un “prestanome” a tutti gli effetti. Abbiate coscienza per tutti quei ragazzi che per la vostra non coscienza lasciano questa Città perché altrove sono stimolati dal senso di responsabilità che viene assegnato ad ognuno di loro, dalla collaborazione, dal lavoro di squadra, dall’intraprendere un percorso di studio personale e collettivo che arricchisce le proprie competenze e anche il proprio essere. “Purtroppo però il coraggio o ce l’hai o non ce l’hai”. Ecco, il semplice coraggio di firmare una lettera qui non è pervenuto.

"Una città sporca"

Mercoledì, 5 Settembre, 2018 - 00:07