'I cieli spariranno in un grande boato'. Il fulmine e la 'Parola'
Caro direttore, il 13 ottobre scorso un fulmine ha colpito la Basilica di Santa Caterina D'Alessandria. Lo straordinario evento ha fatto preoccupare tante persone: fedeli, parrocchiani, cittadini e gli amanti di questo bene architettonico tanto caro alla cristianità, ma anche alle persone lontane dalla fede. Tale apprensione mi ha fatto riflettere e mi ha portato alla mente questo versetto della seconda Lettera di San Pietro: " Il giorno del Signore verrà come un ladro; allora i cieli spariranno in un grande boato, gli elementi, consumati dal calore, si dissolveranno e la terra, con tutte le sue opere, sarà distrutta. Dato che tutte queste cose dovranno finire in questo modo, quale deve essere la vostra vita nella santità della condotta e nelle preghiere, mentre aspettate e affrettate la venuta del giorno di Dio, nel quale i cieli in fiamme si dissolveranno e gli elementi incendiati fonderanno! Noi infatti, secondo la sua promessa, aspettiamo nuovi cieli e una terra nuova, nei quali abita la giustizia. Perciò, carissimi, nell'attesa di questi eventi, fate di tutto perché Dio vi trovi in pace, senza colpa e senza macchia."( 2 Pt 3, 8-14).
Dunque direttore, dopo la lettura di queste parole la nostra apprensione per la sorte della Basilica costituita da materia, agli occhi della fede è vana, fittizia e illusoria.
Nel tempo anche la Basilica si sgretolerà e i suoi affreschi spariranno, la sua esistenza finirà in un cumulo di polvere. Quello che rimarrà, sarà ciò che la nostra fede è riuscita a cogliere da tale bellezza. Ammirare solo l'aspetto architettonico, preoccupandoci della sua conservazione, rende tale sforzo monco, incompleto. Mentre dobbiamo andare all'essenza che deriva dai suoi affreschi, la parola di Dio, che deve essere custodita nel nostro cuore, solo così potremmo dire di aver compreso a pieno quest'opera d'arte.
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