I cani randagi della provincia, un'indagine statistica

Sono stati presentati ieri mattina presso il palazzo della Provicia di via Botti a Lecce i risultati de "L'indagine statistica sui cani di proprietà e i cani vaganti in Provincia di Lecce", condotta dal Gruppo di Ricerca di Statistica del Dipartimento di Scienze dell'Economia dell’università del Salento coordinato dal professore Donato Posa, nel periodo aprile-maggio 2014. L’indagine si è avvalsa della somministrazione di un questionario a 2.564 studenti della prima classe superiore (14-15 anni di età), che frequentanti 13 licei, 17 Istituti tecnici e  6 Istituti professionali, distribuiti in 4 aree della provincia. Quasi tre quarti (73,5%) degli intervistati ritiene il randagismo un fenomeno allarmante.
«L’analisi da noi condotta è una delle poche in Italia – ha spiegato il professore Posa – Abbiamo messo a punto dei risultati con una probabilità superiore al 95 per cento. I risultati dicono che ci sono ancora molti cani senza microchip, anche di proprietà».
Il veterinario Giovanni Tortorella, responsabile per i comuni di Lecce, Surbo e Arnesano, ha elencato le problematiche legate agli aspetti sanitari e di sicurezza nel territorio.
All’incontro ha partecipato il direttore generale della Asl, Giovanni Gorgoni, che ha evidenziato soprattutto gli aspetti economici del problema. «Annualmente – ha detto - il randagismo costa alla Asl circa 150mila euro per l’accalappiamento e almeno 100mila euro per le sterilizzazioni. A questo si aggiunge poi tutta la partita delle soccombenze su incidenti e sinistri occorsi a ciclisti, podisti e gente che fa sport. Ogni anno – aggiunge il manager – registriamo circa 150 casi di fronte al giudice di Pace o in altre sedi. Partite legali che costano almeno 20mila euro. Oneri economici e socio-sanitari inaccettabili rispetto ad altri standard che esistono al centro-nord sul controllo e il monitoraggio di questo fenomeno».
Gorgoni non esclude che su questi contenziosi si possano innestare fenomeni malavitosi e di abuso.  Come porre rimedio? Il direttore della Asl sta pensando di promuovere fra i cittadini l’affido e l’adozione dei cani. «Ho in animo di collaborare con le associazioni e fare in modo di  creare una vetrina presso i nostri canali web aziendali per consentire la circolazione delle informazioni per l’adozione degli animali di affezione».
L’iniziativa di oggi – è stato sottolineato - serve per iniziare a fare chiarezza e per conoscere la portata del fenomeno. E’ solo un primo passaggio al quale seguiranno altri.

 

Mercoledì, 20 Maggio, 2015 - 00:04