Eclissi di Luna
C’è stata una volta un’eclissi di Luna senza ritorno, un’ombra perpetua che al cielo ha tolto per sempre quel bottone lucente. Ma in realtà al cielo non ha tolto nulla, anzi. Gli ha donato per sempre un astro visibile solo da quell’altrove che per noi è mistero incomprensibile.
C’è stata una volta un’eclissi di Luna che ha spento la musica, ha appeso punte e tutù al chiodo, ha inondato di silenzio le strade.
C’è stata una volta un’eclissi di Luna che non ha fatto alzare gli occhi all’insù. Li ha fissati sull’asfalto, immobili e increduli. Occhi che per quindici anni hanno guardato la spensieratezza e il sogno per piombare in un attimo in un incubo tagliente.
C’è stata una volta un’eclissi di Luna che ha sospeso nell’aria il fiato della gente, facendo ingoiare paura, straziando i cuori di genitori morti pur camminando, pur dovendo essere lì. Nonostante il vuoto, nonostante un abisso non più colmabile.
C’è stata una volta un’eclissi di Luna che non è stata preannunciata, che ha stravolto ogni piano, che ha fatto rimpiangere la sicurezza del lockdown, che ha paralizzato Lecce, il Salento, l’Italia.
C’è stata un’eclissi. E c’è stata Luna. Buio e luce ancora una volta si sono inseguiti lottando tra loro. Sembra aver vinto il buio. A noi lo sforzo di trovare luce anche nel dolore.
C’è stata Luna Benedetto, la forza di un’adolescente che, finita la scuola, pensa all’estate, che immagina gli amori al sapore di sale, si rifugia nelle chiacchierate con le amiche. C’è stata e poi è stata portata via da una frazione di secondo in cui tutto si ferma. Non c’è luce in quello scooter rimbalzato lontano, ma ci può essere in chiunque abbia conosciuto questa fanciulla già figlia, sorella, cugina, nipote di tutti e ne conserverà nell’anima lo sguardo innocente, pensando a lei ogni volta che darà per scontato il tempo, un luogo, un abbraccio, un sorriso, una lacrima.
Luna c’è. Luna è oltre l’eclissi.
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